Ciao "Sterilizzato".

E da un po' che ti aspettavo.
Iniziavo a pensare che alla fine non saresti più arrivato.
E la regola del "Meglio tardi che mai" non è che sia una garanzia.
Anzi meglio non farsi illusioni: oltretutto il mio carapace è sufficientemente scorzuto per sdilinquirmi al primo riff cancerogeno.

Ti dico subito che voglio ascoltarti senza paraocchi e paraorecchi. Poco importa ciò che è stato in precedenza.
M'interessa capire se hai ancora qualcosa da dirmi.
Ora e adesso.

Ah! Scusami se ti do del Tu.
Ma ormai ci conosciamo da tanto, forse anche troppo, tempo noi due.

Ad essere precisi conosco, apprezzo e spesso ne sono stato entusiasta spettatore - il cranio scheggiato a furia di mazzate ricevute sull'encefalo è li a dimostrarlo - di quanto apportato negli ultimi 30 anni dai Tuoi fratellini più anziani, soprattutto da quelli che sono venuti parecchio tempo prima di te.

Certo, anche quelli cronologicamente più vicini a noi non è che siano da buttare via con l'acqua sporca come si fa distrattamente con i pargoli ammollo.

Arrivati a questo punto non credo Tu sia tenuto a dimostrare alcunché: anche se ti sei dato alla mazurka avrai avuto i tuoi buoni motivi e io non sono nessun_ per concedermi il lusso di criticarti.

E allora parti, dai: strechiamo stò Play e sentiamo cos'hai da raccontarmi stavolta.

Traccia #1 - "Factory"
Minc*ia!
E ma se inizi con una mazzata del genere poi mi illudo.. e mi tocca rimangiarmi subito tutte le stron*ate che ho detto finora.

Mi accogli con un suono feroce, compresso e agile. Quasi epico-cavalleresco.
Proprio come piace a me.

Una spessa coltre di chitarre al vetriolo, sature all'inverosimile, che grondano globuli rossi & bianchi da tutte le parti..
mi servirà dar di gomito con spugna ruvida e Spic & Span a fine ascolto.

Ecco l'ugola martoriata di Chris che tenta (invano) di prendere il sopravvento: un bel pastiche di ordinarie storie di poltiglia maleodorante urlate, sputate, vomitate in faccia ai malcapitati che si trovano in traiettoria; quà ci vorrà un bello strato di esfoliante per pelli dure e rovinate, mi sà.

Il clangore ritmico-percussivo di soprafondo è il noto moloch atletico, esplosivo, tumultuoso, ficcante e minaccioso; è tutto uno florilegio di spigoli, fischi e clangori metropolitani in agrodolce salsa noise-rock.
Stranamente il tutto suona molto netto e pulito, quasi ordinato: complimenti a chi gli ha organizzato i suoni.

Se ti aspetti un tremebondo treck-bai-treck però non ci siamo.
Tu vai avanti che poi tiriamo le somme.

Gli ingredienti sono quelli di cui sopra per l'inerpichio di tutto il disco: magma al quale ogni estimatore del noise-trio Newyorkese dovrebbe essere ormai aduso. Per chi non li ha mai sentiti ci sono sempre i Fù Faiters.

La grandezza, se così vogliamo definirla, degli Unsane sta proprio nella capacità di saper "rimestare" e reiterare quegli elementi apparentemente ripetitivi e "semplici" in maniera credibile, intelligente e (moderatemente) inedita: non c'è un pezzo uno che assomigli neanche per sbaglio (davvero tanti, ormai) a quelli già pubblicati.
Prendiano "Aberration" o "Distance": basterebbe il livello di quelle fantastiche trivelle chitarristiche che dilaniano le carni del povero malcapitato per non pretendere altro. Il bello è che, ribadisco, non suonano come nulla che abbiano già fatto.

Tre decadi e oltre di carriera difficilmente passano invano per chiunque e se pensiamo alla fine che molti loro coevi ed ex compagni di ventura hanno fatto con l'andare del tempo (talvolta il fisiologico bisogno di monetizzare, più spesso l'esaurimento del bacino a cui attingere) c'è di che restare ancora per una ennesima volta soddisfatti.

Insomma caro il mio "Sterilizzato", come spesso è capitato con i tuoi predecessori mi hai convinto: smazzolato per benino, divertito e trascinato.
E per uno che non si droga, non beve, non cerca il senso della vita falcidiandosi l'epidermide con ignominiosi tatuaggi, può andare decisamente più che bene così.

Ciao "Steri".

E grazie per essere arrivato ancora una volta fina a quà.

 

 

 

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