Si può affermare senza ombra di dubbio che i Vaccines sono una delle band più fertili degli ultimi anni.
Saltati alla ribalta grazie al fenomenale disco d'esordio "What Did You Expect From the Vaccines?", il combo capitanato da Justin Young si è presto guadagnato il posto tra quelli che contano, a furia di interviste dove spesso vengono fatte dichiarazioni da lasciare di stucco i lettori (per esempio Freddy Cowan, il chitarrista, ha espresso il proprio dissenso verso la politica musicale di Rihanna) e di canzoni che vengono partorite come se si sfornasse del pane. Questa incredibile fertilità ha portato i Vaccines a fare uscire il loro secondo disco dopo appena un anno e mezzo dalla release d'esordio. Su questo tema il cantnate Justin Young qualche mese fa ha detto a NME che "era un periodo talmente produttivo che era da stupidi lasciarsi sfuggire l'occasione", e che "continuare ad andare in tour con solo il disco vecchio sarebbe stato un errore. Non siamo dei cabarettisti che vanno in giro a proporre sempre la stessa roba".
D'altronde, i fatti parlano chiaro: da "What Did You Expect From the Vaccines?" sono stati estratti ben 7 singoli; per il video di "Wetsuit" sono stati invitati i fan a mandare le loro foto fatte con Instagram durante i festival estivi, con il risultato di un video memorabile; è uscito come singolo anche "Tiger Blood", b-side non contenuta nel disco; infine a maggio del 2012 è comparso in rete "No Hope", primo singolo di "Come of Age".
Ma forse è proprio questo slancio di creatività che ha leggermente tarpato le ali ai Vaccines, visto che questo nuovo lavoro sembra proprio essere un disco fatto di getto, alla svelta. Magari se fosse passato ancora qualche mese ci saremmo ritrovati ad ascoltare un (altro) vero e proprio capolavoro come il cd d'esordio, ma questo non vuol dire che alla fine "Come of Age" sia un cattivo disco.
La differenza più grossa col passato riguarda lo stile della band. Un pregio di "What Did You Expect From the Vaccines?" era l'immediatezza: se infatti nel primo album 8 canzoni su 11 scendevano sotto i 3 minuti di lunghezza, qui i brani si aggirano su un minutaggio medio di 3 minuti e mezzo, con solo 3 episodi sotto i 3 minuti di durata e 2 che si aggirano sui 5 minuti. Da segnalare anche il cambio di stile vocalico di Justin Young, che canta con una voce più matura.
Riguardo al disco, i migliori brani sono indubbiamente quelli che si rifanno di più dal vecchio repertorio, come per esempio la splendida "Teenage Icon", la travolgente "Bad Mood" e "Change of Heart", mentre il metronomo rallenta più frequentemente, vista la presenza di brani come "Aftershave Ocean", "All In Vain" o "Weirdo". Degni di nota sono anche i singoli "No Hope" (che fa venire alla mente gli Strokes) e "I Always Knew", che rappresentano forse il miglior esempio dell'evoluzione musicale dei Vaccines. Il disco si chiude con la romantica ballad "Lonely World", che nella sua struttura ricorda vagamente "Wetsuit" e che si candida a soundtrack delle giornate di fine estate.
Traendo le conclusioni, "Come of Age" non regge il confronto con il suo folgorante predecessore, anche se possiede un manipolo di canzoni che farebbero morire d'invidia il 90% dei gruppi odierni. Sarà il prossimo disco a consegnare Justin, Arni, Freddie e Pete all'olimpo del Rock.VOTO: 7.5 (su 10)
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