Tornano i Vaccines e lo fanno con un album che è il seguito naturale del disco d'esordio "What Did You Expect from the Vaccines?".

Dal titolo (in italiano raggiungimento della maggiore età) ti aspetteresti un disco meno cazzaro e power-pop rispetto al precedente e per certi versi lo è. Si parte con "No Hope" con un testo tipicamente inglese e stereotipicamente cinico, forse il miglior pezzo di questo lavoro. Si prosegue con "I Always Knew", con la chitarra supportata efficacemente da una sezione ritmica tipicamente post-punk. Il trio d'inizio si chiude con "Teenage Icon" che rimane in testa dal primo ascolto grazie ad un ritornello semplice e incisivo ("I'm no teenage icon/I'm no frankie avalon/I'm nobodys hero"). Dopo le prime tre tracce è lecito aspettarsi dei pezzi di minor tiro ed è così, tracce riempitive ("Bad Mood" su tutte) con il gruppo intento a lavorare di mestiere per allungare il brodo. Oltre ai riempitivi il gruppo appare eccessivamente derivativo in canzoni come "Weirdo", quasi una cover dei Pixies, e "All in Vain", troppo simile a "My Sweet Lord" di Harrison.

In conclusione il secondo disco dei Vaccines appare come un insieme di canzoni scialbe e in alcuni casi pedisseque. Per il terzo disco è logico aspettarsi un'evoluzione, che porti nuove idee a questi quattro ragazzotti londinesi.

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