Il 3 Luglio del 1995 la Hut commercializza l'uscita di A NORTHERN SOUL. Autori: THE VERVE. L'album, il secondo dell'ex band dell'anima settentrionale di Richard Ashcroft, è un disco importante poiché è il vero e proprio preludio al capolavoro che si sarebbe concretizzato due anni più tardi, tale URBAN HYMNS.

Il successore di A STORM IN HEAVEN ha molti significati per la storia, per la musica e per il gruppo inglese.
Già. Infatti, qualche mese dopo l'uscita, diversi problemi hanno portato i Verve ad un primo scioglimento. Problemi legati perlopiù alla troppa droga, al troppo stress e soprattutto ai primi dissapori tra il leader Ashcroft – che ha sempre creduto nella musica ardendo la propria anima di passione, mirando e confidando in un futuro appagante – ed il suo rivale in perenne e costante depressione, quel Nick McCabe che "comandava" il cuore della musica e del sound tipico Verviano, riuscendo sempre ad adattare la sua chitarra ai vari cambiamenti di tendenza e di stili musicali nei vari album, che rappresentavano generi abbastanza diversi: provare per credere, A STORM IN HEAVEN, ha poco o nulla da spartire con URBAN HYMNS, seppur di rock stiamo (s)parlando.
Ma la psichedelica dell'uno e il brit-pop (davvero?) dell’altro li distinguono. Eppure ci sono solo 5 anni di passaggio tra i due.

E nel bel mezzo c'è proprio A NORTHERN SOUL.
Codesto album, che non ha trovato gloria tra il pubblico di massa (ma come non lo ha trovato THE BENDS dei RADIOHEAD, disco uscito intorno allo stesso periodo, che se ben ascoltato e contemplato potrebbe far scomodare persino OK COMPUTER), è indubbiamente più semplice del primo ma più difficile di URBAN HYMNS.

I Verve paiono essersi discostati dalla psichedelica pura (presente prevalentemente in BRAINSTORM INTERLUDE, traccia che priva di chitarra, potrebbe far capolino ai CHEMICAL BROTHERS) preferendo la nitidezza di un rock 'n' roll più duro e maturo, ricco di mille sfaccettature e suoni ben supportati dalla profonda voce di Ashcroft, che si fa violenta ed intensa in brani da "spacco", quali il primo singolo THIS IS MUSIC, o fragile e sofferente nelle songs più deboli e malinconiche, che tra l'altro sono la maggior parte delle 12 tracce presenti.
Questo senso di insofferenza e depressione, sempre presente nelle liriche e nelle musiche dei Verve, così come nella vita del loro gracile cantante, si assapora con assillo in ON YOUR OWN, secondo singolo condito da un falsetto gospel di Richard nel finale; si sente in HISTORY, la canzone più importante del disco, che, uscita come terzo ed ultimo singolo con i Verve già divisi, ha ottenuto ottimi risultati commerciali; lo si prova anche in NO KNOCK ON MY DOOR.

Diverse sono le sensazioni e i colori che lascia ogni singola canzone: LIFE'S AN OCEAN ascoltata ad occhi chiusi rimembra il colore blu; A NEW DECADE la rinascita, la partenza, la gloria; STORMY CLOUDS sembra una storia al rallentatore. Vita, morte, amore e sofferenza sono i temi trattati da un Ashcroft che pare avere abbandonato i testi enigmatici dei primi tempi, sostituendoli con pensieri filosofici ed intimistici. La leggenda dice addirittura che durante la registrazione di quest'ultimo pezzo la band di Wigan fosse sotto effetto di ecstasy (e pensare che una volta erano gli acidi ad aprire la mente. Ti ricordi, Jim?).

In conclusione ANS è un disco importante per la storia dei Verve. È diretto – e descrive diverse esperienze di dolore, estasi, sesso… tutte in un album – come disse il buon vecchio Mad Richard. Non di semplice ascolto, ma concreto, fragile ma anche robusto, melodico e sostanzioso, che probabilmente è stato veramente capito in particolare dopo l'uscita di URBAN HYMNS, tant'è che molti musicisti alternativi lo usano tuttora come punto di riferimento.
Ed anche se non ha venduto milioni di copie, o non ha soddisfatto appieno la critica, quell'"Anima Del Nord", dal canto suo ci ha messo tutta la passione che sentiva e che sente ogniqualvolta entra in uno studio di registrazione.
Lui ci ha creduto...

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