Siamo alla mia terza recensione .
Vorrei e sto cercando ancora di recensire negativamente qualche album, ma non ce la faccio a distogliere lo sguardo da quegli album che mi hanno davvero colpito e che non posso fare a meno di elogiare .
Questa volta è il THE VERVE EP.
I Verve sono stati una delle band più sottovalutate degli anni '90... i loro lavori sono passati inosservati fino al boom di "Urban Hymns", e purtroppo in seguito a questo favoloso album si sono sciolti . Oramai non ci sono più dal 1999 ma prima dell'uscita di "A Storm In Heaven" (un piccolo capolavoro della psichedelia moderna, secondo me!) c'è stato questo mini ep di sole cinque canzoni, davvero interessante.
Il pulsante basso di Simon Jones introduce "Gravity Grave" e i feedback impossibili del mitico chitarrista Nick McCabe, la sognante voce di Mr.Ashcroft e la tecnica sopraffina di Pete Salisbury... i Verve danno il loro benvenuto con questo pezzo iniziale, ma non è nulla in confronto a "A Man Called Sun" - campanellini risuonano nel vento e un amaro sottofondo jazz dettato dal basso e dalla batteria "spazzolata" , la voce sempre più sognante di Ashcroft e questo il pezzo che chiedevamo alla musica.
In "She's a Superstar" abbiamo il classico brit-rock che i Verve comunque adotteranno da "A Northern Soul" in poi... la canzone comunque ha dei momenti di calma piatta e un esplosione di chitarre notevole.
"Endless Life" forse è troppo ripetitiva, ma fa parte dello spirito musicale dell'album e ne segue fedelmente i tratti caratteristici.
"Feel", la masterpiece dell'album, 10 minuti e 41 secondi di musica che sembra essere uscita da un sogno. Calma, pacata, gli strumenti non stridono mai almeno fino ai 7 minuti dove gradualmente la musica continua a salire ma mai ad aggredire le orecchie dell'ascoltatore, che alla fine di questi 31 minuti e mezzo si sentirà proiettato fuori dal mondo, in un luogo dove si continua a sognare chiamato VERVE.
In realtà non potevo mettere 4.5 ma l'album, credetemi non è da 4!
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