Avete presente quando siete annoiati da tutta la musica che ascoltate perché in un preciso momento niente vi accontenta più? A me capita spesso e soprattutto in questi ultimi tempi che passo mezza giornata lavorativa in macchina e macino musica in quantità industriale martorizzando il lettore cd nuovo fornito dalla casa automobilistica e rigorosamente già mezzo rotto. Domenica scorsa mi son svegliato presto, era tanto che non lo facevo visto che solitamente a quell'ora al contrario mi addormento; la giornata promette pioggia a valanghe, mi affaccio dalla finestra e dalla parte del mare vedo che il cielo di color grigio-nero è pronto ad esplodere ma non mi faccio prendere dalla noia ed esco ugualmente. Arrivo auto-munito a destinazione, mi fermo e davanti a me il cielo è oramai dello stesso colore del mare, riesco a scorgere l'unico matto che non rinuncerebbe mai alla sua corsetta domenicale, mi accendo una sigaretta e metto su l'ultimo American Analog Set. Il tempo di finire la cicca e il cd ha già trovato collocazione nella sua apposita custodia; ad un tratto si scatena il diluvio universale ma per fortuna è solo una botta repentina e trovo la forze di scendere e farmi due passi sul viale a mare.
Arrivo al nuovo negozietto di musica e mi metto a spulciare la vetrina: toh! il nuovo dei Warlocks, ricordo che quello prima mi era piaciuto ma non mi aveva convinto al massimo, entro e lo prendo; di loro non so molto a parte che sono californiani e che in formazione hanno una gnocca notevole al basso mi sembra. Lo metto su e dai primi accordi di chitarra mi accorgo che forse dopo tanto grigiore si può aprire uno squarcio di luce; Come Save Us apre il cd ed è un vortice di suoni acidi e batteria pesa, la voce claustrofobica condisce il tutto e quando entra la seconda chitarra il carico si fa sempre più pesante e le mie orecchie godono! Il seguito è entusiasmante Gypsy Nightmare e Angels In Heaven, Angels In Hell spezzano per un attimo i toni pesanti e ci riportano a sonorità velvetiane-elettromagnetiche, soprattutto la seconda dal ritornello dolce e sapor di zucchero filato che funge da macchina del tempo destinazione anno 1967. We Need Starpower e Thursday's Radiation rappresentano a mio parere la cima dell'intero lavoro visto che riescono a sintetizzare il perfetto intreccio tra i vari strumenti soprattutto basso e chitarra che si spingono anche oltre il meno tollerabile muro del suono. Convincenti anche la floydiana The Tangent e il titolo di coda Suicide Note a chiudere un album degno di nota che di certo non proclamerà i Warlocks a gruppo dell'anno, almeno per riviste e stampa, ma che per il sottoscritto occuperà sicuramente la parte alta della classifica e chissà magari anche il podio!
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