Se decidi di chiamarti I Guerrieri devi sapere che non ti potrai certamente presentare con un suono all'acqua di rose, qualunque sia il genere di appartenenza. A maggior ragione se poi scegli un titolo come "Genuine Sense Of Outrage" e se, come nel caso di The Warriors, hai radici che affondano per centinaia di metri nell'hardcore e non nascondi un'evidente ammirazione per i Motörhead, a tal punto da chiedere a Lemmy Kilmister di prestare le sue inconfondibili corde vocali per un'apparizione (invero scarsamente significativa) in "Price Of Punishment", mentre altrove troviamo Lou Koller di Sick Of It All e Andrew Neufeld di Comeback Kid.
Tredici fucilate, che mescolano HC, punk, hard rock e metal, senza mai dare l'impressione di voler semplicemente procedere con la somma algebrica delle parti, ma riuscendo nel tentativo di concepire un disegno sonoro coeso e coerente. Per chi non ha la possibilità di leggere le note stampa che accompagnano la pubblicazione del disco (il terzo per The Warriors, dopo due rilasciati via Eulogy Records) l'argomento potrebbe chiudersi qui, non prima di aver ribadito che si tratta di un buon lavoro, non eccezionale, ma solido, "in your face", arrabbiato, aggressivo, passionale e punitivo. Per gli altri è bene domandarsi come sia venuto in mente a qualcuno di parlare di Rage Against The Machine e, soprattutto, di hip hop (forse solo perché sono stati in tour con DMX?) in riferimento al sound della band californiana; nulla di simile ha ragione di esistere in "Genuine Sense Of Outrage", sia chiaro.

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