Sono passati tredici anni dall’ultima prova in studio degli Who, ovvero il buon “Endless Wire”, ed è il momento per la seminale rock band britannica di darci dentro di nuovo.

La carta d’identità, purtroppo, parla chiaro, e dice settantaquattro per Townshend e settantacinque per Daltrey; su disco, però, troviamo pochissime tracce di senilità. Il nuovo eponimo, registrato nell’arco di sei mesi a Londra (tra i British Grove e i Metropolis Studios) con l’aiuto dei produttori Dave Sardy, Dave Eringa e Bob Pridden, è un signor disco, che di certo non rinverdisce i fasti degli enormi classici che gli Who ci hanno regalato in questi cinquantacinque anni, ma che ricorda ancora una volta (se mai ce ne fosse bisogno) la grandezza di questa band immortale. Bellissima la anche copertina ideata dal leggendario Peter Blake.

Daltrey e Townshend trovano infatti un equilibrio sorprendente tra le undici tracce di questo disco; l’unica caduta di stile è da riscontrare nella strana chiusura di “She Rocked My World”, esercizio latino di dubbia utilità. Per il resto, invece, si viaggia spediti: “All This Music Must Fade” apre in perfetto stile Who, il singolo “Ball And Chain” è una debordante rilettura di un pezzo solista di Townshend (“Guantanamo”, contenuta in “Truancy: The Very Best Of Pete Townshend” del 2015), “Detour” omaggia piacevolmente “Magic Bus” e “Hero Ground Zero” è epica ed ispirata.

In “Break The News” (composta dal fratello di Pete, Simon) gli Who si divertono a seguire la corrente del nuovo folk rock dei Mumford & Sons, cavandosela pure bene. La produzione di Dave Sardy (Oasis) e compagni è perfettamente rispettosa del retaggio della band, e contribuisce alla preservazione di un sound unico ed ormai immortale, così come i musicisti coinvolti (Pino Palladino, Zak Starkey, Matt Chamberlain e tanti altri) si inseriscono ottimamente nel contesto.

Inutile ormai chiedere altri capolavori agli Who. Godiamoci quindi un soprendente ritorno ad alti livelli, che ci ricorda ancora una volta di cosa sono capaci questi ex ragazzi scapestrati.

Brano migliore: All This Music Must Fade

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