Le intriganti traiettorie soniche intessute negli ultimi vent’anni dalle Giovani Divinità, di cui il presente vitale mausoleo è piena testimonianza, rappresentano un lapalissiano esempio di longeva e magnificamente integerrima spettacolosa creatività. Un autentico sonico-monumento questa (double)opera digitalica emanata in occasione del ventennale artistico et vitale dei trois merveilleux, stratosferici, suono-manipolatori svizzeri.

Spesso la manifattura di old material-tipologiche “riciclatorie-operazioni” sotto forma di sunto cronologico e/o singolistico, si traduce in detestabili quanto artisticamente trascurabili “bestiàri” atti semi-esclusivamente a raschiare il famigerato, consunto, fondo del barile (indi rinsecchire definitivamente i languidi portadenari degli aficionados). In felice antitesi, quella certosinamente confezionata da Franz & evergreen compagnia, pare una irrinunciabile occasione per (ri)assaporare (soprattutto per coloro i quali non abbiano ben chiaro quanto essi abbiano promulgato negli ultimi XX-Years) quanto di autenticamente intrigante e open minded hanno realizzato, nell’arco dei sette ufficiali studio-album, in ambito electro/industrial (e non solo), altresì per (finalmente) divulgare e rendere fruibili inediti e clangoricheggianti (im)materiali pressoché irrintracciabili oltreché di eccellente caratura. Il voluminoso audio-macigno (145 primi) si sviluppa in due distinte, scisse sezioni: il primo manufatto (semi-superfluo segnatamente per gli estimatori di cui diametralmente sopra) si configura quale vero und proprio, spettacoloso “best of” comprendente ben twenty (guarda caso) qualitativamente fenomenali frammenti, riassumenti l’ intero arco della Loro significativa opera: si passa dalle plumbee algoritmie ritmico/percussive della immarcescibile “Envoyè” agli arcigni et intriganti suono-monoliti quali “L’amourir” o “Skinflowers” fino giungere all’iper-dinamismo tecnologico dei due estratti dall’ ultimo (vero) lavoro in studio del 2002.

In apertura, gradita sorpresa, una novella gemma inedita intitolata “Secret”, decisamente foriera di più che rosee aspettative per il previsto/prevedibile proseguio-carriera: un’avvolgente audio-poltiglia efficacemente electro-rumorosa. La seconda sezione del mastodonte in questione, la più intrigante per gli apprezzatori di lunga data e marchiata banalmente “Remixes & Rarities”, si compone di una miriade di fuorvianti, intriganti spesso inediti et fuggevoli audio-trattati non propriamente di attuale facile rintracciabilità. Le inquietanti plurime (neo)rarefazioni propugnate in “Astronomic”, il Megadrive Mix della spettacolare “Gasoline Man” definitivamente travolgente o altresì la meravigliosamente-bucolica live-versione della “The End” Morrison-iana, infarcita da stranianti nonchè plumbei sitareggiamenti, infine il dub-work messo in atto da Mad Professor su “Kissing the Sun” costituiscono (tra le tante) imprescindibile e valido motivo per valutare in modo pienamente positivo la immane/cospicua pseudo-collezione in questione di quella che a tutt’oggi oggettivamente rimane una paradigmatica, compiuta e felice eccezione in ambito sound-indagatorio Europeo.

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