I Theatre of Tragedy sono senza dubbio una delle band che più hanno fatto discutere, nel bene e nel male, critica e fans nel corso degli anni. In particolare, dopo l'album d'esordio e il successivo "Velvet Darkness They Fear", è parso evidente la volontà di non proseguire sulla strada del "solito" gotico di fine anni '90, ma di ricercare nuove sonorità che in parte attingono da questo genere musicale e in parte se ne discostano totalmente. Ecco, quindi, che possiamo considerare "Aégis", terzo lavoro della band, come una sorta di "ponte" o ancora meglio di "punto di unione" fra i Theatre of Tragedy degli esordi e quelli di inizio 2000 in poi; la preferenza per l'uno o l'altro periodo è soggettiva. Al di là del voler dare a tutti i costi un'etichetta al genere musicale espresso in "Aégis", cioè che colpisce maggiormente di questo lavoro è l'atmosfera che evoca grazie alle melodie "pulite" ma allo stesso tempo cariche di pathos. Non mi voglio, dunque, dilungare troppo nella mera (e spesso banale) classificazione di gothic, gothic rock, e deifinizioni varie; vi basti sapere che in "Aégis" troverete la struttura classica del gotico, e cioè una voce femminile pulita e una voce maschile distorta ma ben lontana dall'abituale growl tipico del genere, il tutto corredato da melodie non aggressive ma anzi, spesso seducenti e avvolgenti nel loro incidere.
La track iniziale, la splendida "Cassandra", è una specie di manifesto sonoro di tutto ciò che ritroveremo nel corso dell'album: la voce eterea, quasi da sirena, di una Liv Kristine particolarmente ispirata; la voce ipnotizzante, direi robotica, di Raymond Rohonyl (che praticamente abbandona il growl) che si intreccia perfettamente con quella di Liv; quasi due attori, ben calati nelle atmosfere della mitologia greco-romana che pervadono tutto l'album, e ricreate grazie ad un uso sapiente delle tastiere che relegano in secondo piano le chitarre. Non voglio annoiare con un'analisi di ogni track, mi limito ad esprimere la mia personale preferenza per la già citata "Cassandra", "Venus" (dove Liv Kristin regala un'interpretazione da brividi) e "Poppaea" (nella quale il sovrapporsi delle due voci crea un ritmo orecchiabile ma allo stesso tempo sofisticato). Una menzione particolare anche ai testi, che sempre in ossequio all'antichità, sono scritti in inglese arcaico.
In conclusione, "Aégis" rimane per me un album immancabile nella mia collezione, è secondo me è una vera e propria "chicca" nel panorama del metal. Il suo pregio principale è la "modernità": nell'ascoltarlo non si direbbe certo che è un lavoro di dieci anni fa. Anzi, dal mio punto di vista, lo considero molto più valido rispetto a molti odierni album di gothic o di presunto tale... Forse non sarà particolarmente amato dagli appassionati del metal estremo, ma la strada indicata dai Theatre of Tragedy è stata coraggiosa e personalmente lo reputo il prodotto più di qualità della band.
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