Ritorno sulle scene della formazione nostrana "vampiric metal" che poi, altro non sarebbe, che un innocuo gothic metal con tinte dark e tinte sinfoniche. Dal punto di vista della produzione del disco, beh, è inutile soffermarsi poiché è ineccepibile. Com'è ineccepibile la voce sofferente, languida e sensuale della nostra affascinante vocalist Sonya Scarlet.
Le tracce che compongono il disco poco si discostano dalla descrizione fattane anteprima, indi per cui procedere con una track by track è, davvero, superfluo ed inopportuno. Tuttavia mi soffermerei ad analizzare le songs che più mi hanno, in qualche modo, risvegliato sentimenti e destato un qualche fascino diverso rispetto alla massa. Tra le 10, citerei la ballata "From The Deep", un miracolo della musica, che fa il paio con "Unspoken Words". Discorso a parte merita la title track, "Anima Noir" che, introdotta da un bel giro di piano, ci propina quel che sarà il seguito, ossia melodie traboccanti e affascinanti, con una Sonya emozionante e dalla voce soffocata che dona alla song, quel tocco crepuscolare e cupo, perverso ma, allo stesso tempo, raffinato e di classe.
Il resto delle composizioni, invece, si "perde" in un già sentito, ossia, un'estremizzazione del discorso tastiere-synth, con alternanza di voce femminile e voce maschile più cupa, pesante ma mai growl, evitando, così, di cadere nel pacchiano e nello scontato.
Che dire: un album, questo dei TDV che poco si discosta dalle coordinate precedenti alle quali, ala band, ci aveva abituati e, perché no, viziati. Del resto, se è vero che ci sono canzoni che poco aggiungono al resto della minestra, è anche vero che "Anima Noir" e "From The Deep", da sole, meritano l'album.
Consigliato.
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