Terzo full-lenght per i Theatre des Vampires, band capitolina foltissima di elementi (7-8 per la (im)precisione) tutti di grande spessore.
Disco bello, assolutamente prezioso e ben prodotto/suonato, ben cantato. In questo album c’era ancora la componente Black (che sarebbe poi sfumata nei successivi) che però non gioca un ruolo troppo invadente.
Si passa dal black di Dominions (con tanto di hammond, credo) al gothic di Oath of supremacy ma senza che tutto questo sappia di deviante o di sconnesso, anzi, vuoi per l’ordine delle canzoni, vuoi proprio per la produzione queste canzoni si fondono tra loro e danno una sensazione di brivido all’ambiente circostante.
Ottimo il lavoro del tastierista Necros, che lungi dall’essere pacchiano è molto armonioso e perfettamente in linea con i brani.
Forse il loro migliore disco, forse un capolavoro; resta il fatto che a me è piaciuto molto, e spero che piaccia anche agli altri ascoltatori.
Visitate il sito www.theatres-des-vampires.com
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