Nudo e crudo. Nessun fronzolo, niente elettronica. Questo è Thee, Stranded Horse (con la virgola), seconda incarnazione del francese Yann Tambour, già incontrato nei panni di Encre. Post-folk, neo-folk... chiamatelo come volete, le etichette importano poco. Yann alterna chitarra e kora o addirittura le suona contemporaneamente, l'una con la mano sinistra e l'altra con la destra, in maniera magistrale. A volte sussura, altre il suo cantato accarezza toni rabbiosi. E nel mentre non smette mai di tessere accordi come se fossero i fili di un'intricatissima ragnatela.

Canzoni un po' spettrali tanto scheletriche, basate unicamente sul suono dei suoi strumenti e della sua voce, tinte fosche che non si diradano mai. Giri ipnotici, ripetuti e continuamente intarsiati ed arricchiti da nuovi intrecci. Un groviglio di accordi impossibile da scindere.

Con un piglio di altri tempi, "Churning Strides" sembra uno zootropio che non viaggia mai alla stessa velocità ma piuttosto segue un ritmo altalenante: le melodie rallentano, sembrano fermarsi... un falso finale, un momento per tirar fiato per poi riprendere nuovamente, con ancora più spinta.

Richiami obbligati: il Marc Bolan pre-lustrini e glitter (dei suoi Tyrannosaurus Rex "Misty Mist") ed il suo emulo Devendra Banhart, il folk di quel posto fantastico dove il Mississippi ed il Niger confluiscono in un unico fiume sulle sponde del cui Jacques Brel, beato, si beve un bicchiere di Beaujolais.

Questo ragazzo ha talento, e tanto.

Carico i commenti...  con calma