“Gloria”...
“Gloria” apre “Horses” di Patti Smith. Qualche esoterica nota di piano, “Gesù è morto per i peccati di qualcuno, ma non per i mei”, poi giù a rotta di collo.
Però Gloria è di Van Morrison. Ed è una specie di archetipo rock'n'roll...
Rappresenta la magia dell'inizio. E niente, niente è più importante dell'inizio. Niente.
Non so, pensate, alla prima volta che avete visto la vostra bella. O all'eleganza di quel numero dieci che correva a testa alta quando avevate dieci anni. Beh, è quello l'inizio..
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L'inizio...
E mi viene in mente la mia prima bibbia musicale, ovvero: “Un buon budino fatto in casa, storia quasi ufficiale del beat inglese”
Non male come titolo, vero? E ancor meglio era quel che diceva sui Them...
“Attimi di gioia svelta, pieces cattive e graffianti, insulti precisi a tutto il cristallo Beatles e al nostro cercar musica dolce”.
Sugli scarafaggi l'autore di cotanta prosa avrebbe poi cambiato idea. Del resto parlar male dei Beatles è come parlar male della marmellata di mirtilli
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L'inizio...
Blues, errebi e soul sospinti da un'inedita furia, l'armonia che lascia spazio all'urgenza espressiva, la sensazione che tutto possa accadere...
E, certo, non solo i Them, ma tutta la british invasion, anche quella zuccherina e sognante.
A tanti anni di distanza quell'inizio toglie ancora il fiato. Anche perché quasi tutto quello che amiamo da li ha preso le mosse. E spesso vi fa ancora ritorno...
Specie in certi casi di grave anemia quando si ha urgente bisogno di una trasfusione di sangue. Vero, zia Patti?
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Che l'idea della zia Patti era preservare il mito del rock'n'roll.
Niente di meglio allora che tornare alle sacre fonti. E “Gloria”, beh “Gloria” era perfetta.
La pensava così anche il suo sodale, quel Lenny Kaye che era stato qualche anno prima il compilatore di “Nuggets”, antologia garage rock dei sixties americani.
“Nuggets”, il suono sporco, la serie b e il quasi punk di una miriade di gruppi che seguivano proprio il canone Them declinandolo però in una forma più primitiva.
Poi, ok, la zia Patti ha aggiunto la sua febbricitante poesia. Lenny Kaye e soci l'han spostata in territorio Velvet. Ma Gloria è di Van Morrison...
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Van Morrison...
Ci sono delle foto da giovane dove sembra Johnny Rotten.
Stessi capelli rossi, stessa aria accigliata.
Stessa cupa energia concentrata negli occhi, stessa aria da folletto malefico.
Che i rossi (o i rossicci) son come gatti striscianti ai piedi delle streghe, specie se irlandesi, specie se dediti al rock'n'roll
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Ah, signori, il Van, per me, è quello sguardo da spiritello punk...
Per questo mi vien facile immaginare il caos del Maritime Club nella Belfast dei primi sessanta.
Col nostro che, magnificamente incazzoso, affida a una musica mezzo inferno e mezzo paradiso il suo favoloso idioma irish black
Una specie di Rotten appena appena sovrappeso e con la voce di un dio.
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Sentite qua:
“Gli unici Them son quelli del Maritime club, i dischi sono una schifezza” (Van Morrison)
E perché mai, Van? Per via dei troppi turnisti impiegati? Per il fatto che la furia live si sente appena appena?
Perché alcuni brani nati da improvvisazioni avrebbero richiesto un corposo minutaggio e non i soliti tre minuti tre?
Per il fatto che il risultato finale non assomiglia alla tua antica faccia da Rotten?
Oh caro Van, guarda che non fa niente, Forse che l'album dei Pistols restituisce del tutto quella sensazione magica di caos in diretta?
Davvero, non fa niente. Anche perché i tuoi dischi con i Them sono bellissimi. E ci si trova tutto quel che serve: gli strumenti che corrono veloci, l'organino pre psichedelico che pompa, il cielo delle ballate soul...
E la tua voce...la tua voce della madonna
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Che faccio vi cito qualche pezzo?
Non so, l'opener “Mystic eyes” è un errebi selvaggio con armonica favolosa e chitarrina parlante
“You and I could be a two”, ovvero il già citato cielo della ballata soul.
“Lttle girl”, tirata e secca con un organino lirico che via via impazzisce inseguendo le urla del Van. ”Mi sei entrata nell'anima!!!”...“MI SEI ENTRATA NELL'ANIMA!!!” “MI SEI ENTRATA NELL'ANIMA!!!” The
“You just can't win”, iper ballad che parla all'ormone misterioso della malinconia e ha una strana classicità quasi alla “Kicking against pricks” di Nick Cave.
Qualche ottima cover...
E “Gloria”, ma di “Gloria che volete che vi dica?
Aloha...
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