"Lo so io, fui appeso al tronco sferzato dal vento per nove intere notti,ferito di lanciae consegnato a Odino, io stesso a me stesso, su quell'albero che nessuno sa dove dalle radici s'innalzi. Con pane non mi saziarono ne con carni. Guardai in basso, feci salire le Rune, Chiamandole lo feci, e caddì di là."

Odino nella tradizione scandinava ha il dono delle rune, sorgenti magiche di ogni potere e sapienza, chi riusciva a possedere tale magnificenza doveva essere idolatrato come dio e dominatore del mondo. I Therion stavolta ci fanno emergere nell'affascinante cultura norrena e nei suoi mistici e loschi luoghi e teorie misteriose, in un andante di percezioni le quali ci inducono alla comprensione e interpretazione delle rune, nel tentativo di scoprire il loro macabro e simbolico segreto.

L'alfabeto runico era l'alfabeto usato dalle popolazioni germaniche come i Juti e i Goti, esso era formato da 24 segni chiamati per l'appunto Rune. Distinta e poco precisa fu la loro grafica, resa tale dalle incisioni le quali venivano effettuate su pietra o su legno. Le rune sono una delle più importanti istituzioni culturali delle popolazioni germaniche, e nelle loro iscrizioni indicate dai singoli segni dell'alfabeto, ci inducono in una sorta di concezione conservatrice che noi potremo interpretare come "segreto". In tanti hanno cercato l'esatta formazione in cui l'alfabeto doveva essere presumibilmente corretto. L'aspetto che più colpisce delle rune e che abbiano un'ordine assai complesso. Oltre alla prima serie runica, quella che all'inizio ho citato comprende i 24 segni, esiste invece nella fase pre migratura, una serie runica composta da 16 segni, detta anche serie Vikinga. Inoltre esiste un'ulteriore serie che si sviluppa nel X secolo in aria scandinava. Dove viene luogo la storia della potenza di Odino. Esso è il passo della "EDDA IN PROSA" di Snarri. Egli nato nel 1178 a Hyammur e morto nel settembre 1241, è stato uno storico, poeta e politico islandese. Noto per essere l'autore di questa incessante opera a cercato di narrare la storia che caratterizava le rune e il suo padrone, per l'appunto Odino. Siamo di fronte all'ennesimo capolavoro della band svedese dove ogni qualvolta riesce a stupire ogni amante della buona musica. Il misticismo e le profezie sono il simbolo della rappresentazione della filosofia che racchiude il concept.

Il disco è un'insieme di atmosfere gotiche toccanti, un'eccelenza mastodontica adagiata all'incanto delle melodie tipiche del metal sinfonico e di strutture melodiche che con monumentale saggezza intercedono con il nostro animo, allorchè esso è reso così dolce da far venir brividi in tutto il corpo e con un'adagio stimolo di fantasia tocca lo spirito rendendolo un tarlo mai pesante, un'elegante suono che ti accarezza e ti rende puro nell'ascoltare tale magia. Esempio lampante viene riscontrato subito dalla prima traccia "Ginnungagap" con il quale i toni si perdono in quelle melodie barocche e gotiche, stile con il quale i Therion ci sguazzano meravigliosamente. I brividi continuano a girare nel mio corpo a passo felpato a grandi falcate quando in "Midgard" la bellezza sopraffina raggiunge un'apice di emozioni assurde,sembra di assistere quasi ad una messa "Requiem", quei toni, quelle voci, non posso finire mai di ringraziare Dio per avermi donato l'udito e per avermi fatto sentire tale opera. Il fascino e la grazia sono sentimenti che non smettono mai di battere quando finalmente l'atmosfera comincia a riscaldarsi. Via con il suono rullante e asfissiante delle chitarre in un'heavy metal messo a servizio dei soprani che pur essendo abbastanza possenti tengono sempre da protagoniste le voci armoniche femminili da contorno per tutta la durata del pezzo, fino ad arrivare ad un bellissimo assolo molto tecnico ma mai fine a se stesso rendendo l'atmosfera ancor più devastante. Poi con l'andar del concept arriviamo ad un punto in cui da protagonista abbiamo la musica classica apportata dall'avvento dei violini in "Schwarzalbenheim".

L'album vive di queste emozioni in tutta la sua interezza, goticità che sfiora il manierismo, barocchismo, dolcezza e magnificenza sono simboli di eleganza che "Secret Of The Runes" racchiude come un vecchio carillon riposto in un luogo oscuro dove il mistero giacie il cullarsi dei sentimenti brillanti i quali folgorano l'intero concept. Finalmente si giunge al vero capolavoro dell'album "Secret Of The Runes" dove nasce tutto il contenuto e la filosofia mistica dell'intera opera. Alternanza tra sinfonia e toni metallici i quali rendono il pezzo una vera perla, un qualcosa di prezioso alla quale l'uomo non può esser che soddisfatto. Per concludere io definisco quest'ennesima fatica dei Therion un capolavoro assurdo una gioia da custodire con cura ed eleganza.

Grazie Christofer grazie Therion nell'avermi regalato tanta grandezza. "SECRET OF THE RUNES"

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