Chi potrebbero essere questi combattenti? Secondo me, i combattenti siamo tutti noi, perchè ogni giorno dobbiamo affrontare gli innumerevoli problemi che si presentano inesorabili lungo il corso di tutta la nostra vita che in certi momenti tristi potrebbe sembrare 'assurda', ma che nonostante tutto rimane sempre un dono prezioso. Forse, se ci si impegna fino in fondo costruttivamente e positivamente in qualsiasi campo, si può ottenere un buon risultato personale.
It is impossible to achieve an aim without suffering - è impossibile raggiungere uno scopo senza soffrire. Attualmente non sono in grado di valutare se questa frase del filosofo J G Bennet sia corretta o errata, posso solo continuare per la mia strada cercando di fare del mio meglio. Ovviamente questa è una mia personale interpretazione del titolo del disco dei Thin Lizzy uscito nel settembre del 1975 e presentato in questa recensione nella sua versione rimasterizzata nel 1996 dalla Mercury.
Questo è il quinto album dei Lizzy, sempre giudati dal carismatico P Lynott (1949-1986) bassista e cantante per metà brasiliano e per metà irlandese. Sicuramente non è l'opera migliore, sia perchè a tratti risulta ancora 'ingenua' in certi passaggi strumentali, sia perchè come segnalato nel libretto, i musicisti in quel tempo, stavano ancora cercando di incontrarsi, per capire cosa potevano o non potevano realizzare sia artisticamente che compositivamente. Nonostante tutto, il disco rimane gradevole e ben suonato, quasi mai noioso o ripetitivo e con una particolare sonorità, grazie anche alla prestazione vocale calda e sensuale di Lynott. Trentotto minuti suddivisi in dieci brani densi di energia, grazie anche alla presenza delle due chitarre soliste di B Robertson e S Gorham. Anche se i Lizzy non sono stati i primi a presentare questo tipo di formazione, sono comunque riusciti a sviluppare, soprattutto negli album successivi, un particolare stile (string arrangements, and slamming riffola) che successivamente sarà adottato da tante band degli anni '80, diventate nel tempo più famose dei Lizzy, ma che a mio parere, raramente riusciranno a ricreare quell'inconfondibile carica musicale.
Evitando il tanto vituperato track by track, vorrei però segnalare almeno quattro brani. "Rosalie", ottima versione della canzone di B Seger, non a caso Phil era un suo grande fan. L'indimenticabile ballad "Wild One" il testo si riferisce a:"the historical story of the Wild Geese, Irish soldiers, defeated at home in 1691 by William III who then elected to fight abroad under Louis XIV", potente e melodica, sicuramente uno dei classici dei Lizzy. "Fighting my Way Back" e "Spirit Slips Away", la prima per la sua carica irresistibile, la seconda per la sua atmosfera dilatata e distensiva, ottimo anche l'apporto bassistico di Lynott, spesso sottovalutato. Discreto il booklet che contiene delle interessanti note sulle canzoni e sul gruppo, mentre, come spesso accade, nessun testo delle canzoni. La copertina invece, è la solita immagine che ritrae il gruppo, decisamente meglio quelle dei tre dischi successivi realizzate da J Fitzpatrick. Voto disco 3,5 su 5 (stelle).
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