Quando hai la mia età, e ascolti un disco, hai due cose.
Come due categorie - direi - se avessi mai capito quelle robe tipo Kant e la filosofia.
La prima è: bello, questo disco, ma insomma, dai, l'ho già sentito. Carino, ma mica mi cambia la vita. Cosa lo prendo a fare, mi riascolto l'originale, mi riascolto Miles - per dire - meglio. Di più.
La seconda è: bello, ma insomma, mi vuoi cambiare la vita. Dai, amico, non c'ho mica più l'età. E proprio, se proprio devo, mi metto Free Jazz, o Pierrot Lunaire. Come dire: mi sento l'originale.
Ecco, quando c'hai la mia età e - come diceva qualcuno - hai passato la vita ad ascoltare, un po' di tutto, e a cercare (spesso inutilmente) di capire, di solito, quando senti una roba nuova, hai una di queste due categorie. Una di queste due reazioni.
Per cui - a meno che non ti vada di ricomprare qualcosa che già hai (ve ne ho mai parlato? forse no, ma un giorno prometto che lo farò) - di solito, quando senti qualcosa di nuovo, qualcosa che non conosci, di solito passati dieci minuti torni ad ascoltare qualcosa che sai benissimo. E comprarla, questa roba nuova, manco se ne parla.
Io, questo disco qua, infatti, mica l'ho comprato.
Mi è capitato in casa. Me lo hanno regalato. O barattato, tipo: io ti do Ella and Louis e ti invidio, perché hai la fortuna di non conoscerlo ancora.
Allora tu, magari qualche tempo dopo, mi dai una cosa. Che magari nemmeno sai cosa sia, ma che ti piace. Robe così. Ecco, questo disco è arrivato a casa mia in cambio di Ella and Louis.
E non ne so assolutamente nulla.
Se non che la prima volta che mi è passato per le mani, qualche anno fa, l'ho messo, ho sentito la prima roba, e sono rientrato in una delle due categorie di cui sopra. Punto. Fine. La prevista recensione del disco in questione questa sera non andrà in onda.
Oppure no. Magari succede che è un giorno che nevica. E te stai a casa. E dai un occhio a quel popoloso deserto che è l'insieme dei tuoi dischi. E con o senza l'ausilio di Zermelo te ne trovi in mano uno. E dici sentiamo. E - dopo un po' - sarà la neve, sarà un qualche mistero, scopri che è tutto il giorno che lo senti. E anche che ti piace. Che non ti cambia la vita. Ma va bene così. Che forse lo hai già sentito. Ma che la cosa non ti dà fastidio, non ti fa venire voglia di sentire l'originale.
Loro sono quattro tizi, lo si vede dalla copertina. Tre di loro israeliani, uno newyorchese. Il pianista tende parecchio al pop, ma sa fare, come si dice da queste parti. La tromba somiglia a quella di Miles, ma senza esagerare. Da tutto il giorno, quando risento, mi giro a vedere. Ed è la traccia numero 4. Si chiama Sefarad. Però - ho cercato - su Youtube mica c'è. Come anche pochissime notizie di questi qui. Allora ve ne metto un'altra. La numero 6. Molto carina anche questa.
Abbasso le tapparelle, mi dimentico delle mie due categorie, ringrazio quel mio amico, e la sua scoperta. E guardo allo scaffale, ai cd.
E vedo che me ne aveva regalato anche un altro, altrettanto misterioso.
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