Questo è un disco concepito, in prima istanza, per essere suonato dal vivo, dato in pasto a una folla bramosa di potersi scatenare in circle/mosh pit spaventosi, di mandare a memoria i cori e di tirare fuori l'energia, che una simile proposta sonora è capace di far emergere in tutta la propria forza. Ma questo è anche un disco che risulta troppo ridondante e che, stranamente, per i canoni dell'hardcore (specie se - come nel caso specifico - si parla di old school), si dilunga oltre il dovuto, dal momento che una durata complessiva di tre quarti d'ora finisce per rimarcare in maniera evidente le ripetizioni strutturali e strumentali. Che poi "Misfortunes", secondo lavoro esteso per i This Is Hell dopo il debutto "Sundowning" del 2006, sia capace di far emergere una sana passione e metta in mostra il desiderio del gruppo di Long Island di optare per una via selvaggiamente melodica senza andare alla ricerca di accomodanti soluzione "new" o "trendy" è elemento di merito, però non al punto tale da consentire all'album di raggiungere un voto superiore alla sufficienza. Anche perché l'HC di This Is Hell sarà pure battagliero, massiccio, urlato, martellante e impregnato di etica lavorativa, però le sorprese sono pochissime e spesso la noia è dietro l'angolo, allontanata solo dalle sezioni "spezza collo", che salvano il quintetto da una valutazione peggiore.

Carico i commenti...  con calma