Ogni genere ha i suoi paradigmi. Nel post-rock gruppi come i Mogwai o gli Explosions In The Sky hanno fatto scuola: una semplice melodia spesso ripetuta all'inverosimile viene man mano sepolta da progressioni di distorsioni e simili che tuttavia non annullano la melodia stessa ma la amplificano in un gioco di crescendo emotivi.
Ovviamente chi si discosta in maniera originale c'è. Ma non è il caso dei This Will Destroy You. Tuttavia, al contrario della miriade di gruppi che non fanno altro che imitare questo modello prestampato, questi ragazzi texani hanno il merito di riuscire a riempire le loro composizioni di emozione. Suonano con passione, e si sente: i melanconici echi iniziali di "Quiet" sono un tuffo al cuore che si fanno struggimento quando le chitarre diventano un amalgama di suoni graffianti ma ammalianti al tempo stesso. Stesso andazzo hanno le successive "The World Is Our" e "I Believe In Your Victory" che rievocano in maniera molto più marcata le sonorità di Those Who Tell The Truth Shall Die, Those Who Tell The Truth Shall Live Forever e The Earth Is Not A Cold Dead Place (dei connazionali). Di stampo diverso, più quieta, "Grandfather Clock" con un'accennata e timida elettronica si inserisce tra i suoni strumentali. Chiudono l'album due pezzi ("Happiness: We're In This Together" e "There Are Some Remedies Worse Than The Disease") in cui ad aumentare la tensione emotiva viene anche inserito un violino. Nell'ultimo poi esso affianca e si contrappone alle chitarre in prolungati fraseggi che si dilungano e si sfibrano in un aumento costante della tensione che poi sfocia in una definitiva esplosione liberatoria.
In definitiva le sei tracce di Young Mountain sono davvero meritevoli di essere ascoltate. Tuttavia quando la fine dell'album lascia il posto al silenzio, resta un po' di amaro in bocca per un album che mentre lo si ascolta si ha l'impressione che da un momento all'altro decolli, ma che invece rimane qui a stentare, a cercare quel qualcosa in più che gli consenta di non essere uno dei tanti lavori nel mare del post-rock strumentale. Almeno, questa è la mia personale impressione. Comunque i ragazzi sono giovani, hanno tutto il tempo di rifarsi. Per ora godiamoci questo lavoro niente male.
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