Personalmente ho conosciuto Thomas Ligotti grazie ai Current 93. Il primo libro che ho acquistato è stato questo "I canti di un sognatore morto", volume di culto che purtroppo non si trova nelle librerie.
Un preambolo si impone per chiunque desideri abbracciare questo volume: l'indice dei "Canti" è stato plasmato, modellato per l'edizione italiana, sotto la mano stessa dell'artefice Ligotti. L'idea era di dare una panoramica del Ligotti essenziale apparso nei primi anni di attività, quelli, per intenderci, delle pubblicazioni su riviste amatoriali. Nei "Canti" oltre ai "I Mistici di Muelenburg", preso da “Lo scriba macabro” ("Grimscribe") e incluso perché ritenuto molto significativo per certe visioni “ligottiane”, ci sono anche “Autumnal” ("Autumnal"), “I burattinai” ("The Puppet Masters"), “La voce nelle ossa” ("The voice in the bones"), “La carriera degli incubi” ("The Career of Nightmares") e “Facce nuove in città” ("New faces in the city") che vennero pubblicati in origine in “Nottuario” ("Noctuary"). Secondo Corridore all'epoca pubblicare Ligotti era un azzardo e, pur essendo sicuro che avrebbe avuto successo, ha voluto creare un'antologia del "Ligotti a suo giudizio migliore da leggere obbligatoriamente" nel caso che il pubblico non lo apprezzasse. Stranamente venne omesso “Les Fleurs”, probabilmente perché già apparso in italiano, visto che il racconto è presente anche nella definitiva edizione Subterranean Press (2010) e successiva Penguin Classics (2015). Nella successiva ristampa in brossura del 2011 viene aggiunto “L'ultimo banchetto di Arlecchino”, che era già apparso sul n. 78 dell’antologico “Nova Sf*” della Elara Libri ma che non fa parte del libro originale.
"I canti di un sognatore morto," nato nel 1985 in soli trecento esemplari, è l'incarnazione stessa della visione singolare di Ligotti sul racconto. La trama si dissolve, concedendo spazio a un'atmosfera che avvolge il lettore in un mondo surreale, abitato da marionette e maschere, governato da una realtà folle celata dietro la facciata della vita quotidiana. Le sezioni tematiche, "Sogni per sonnambuli," "Sogni per insonni," e "Sogni per i morti," aprono portali verso dimensioni oniriche oscure. I protagonisti, ignare vittime, soccombono all'attrazione dell'orrore, riconoscendo in esso la vera essenza della realtà, la realtà svelata solo nel sogno.
Racconti come "La perduta arte del crepuscolo," trattazione magistrale della vampirica, e "Mascherata della spada morta: una tragedia," sono gemme oscure che rivelano l'arte teatrale di Ligotti, una parata di maschere e manichini che guidano nell'oscurità. In "La musica della luna," il protagonista ascolta note inquietanti, evocate da musicisti delle tenebre in un edificio abbandonato, un'armonia cosmica che richiama le opere di H.P. Lovecraft.
Per chi non ha ancora conosciuto l'artigiano dell'Orrore americano, "I canti di un sognatore morto" resta la porta d'accesso migliore a questa dimensione letteraria, una soglia verso l'Oscurità eterna di Thomas Ligotti.
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