E’ facile come rubare delle caramelle ad un bambino”.

Non che siano stupidi, anzi, ma come piccole spugne assetate sono pronti a bere qualunque cosa venga loro detta perché, a differenza degli adulti, non hanno vissuto abbastanza per poter dubitare delle loro azioni. In questa fase di apprendimento e di errori dire il falso è normale: taluni "esperti" sostengono sia sintomo di una buona immaginazione e personalità. Altri ovviamente sono convinti del contrario e di sicuro tra i vari libri per l'infanzia ci sarà una terza corrente che si porrà a metà strada con la medesima inoppugnabile certezza di avere ragione sulla solida base di uno fumoso studio all'avanguardia. Personalmente mi ritrovo nella scena di un bambino che con forza strilla A, per poi abbracciare Z rinnegando cocciutamente anche solo l'esistenza di A. Confondere le azioni, ritrattare continuamente: è in questo casino che si impara e si cresce. Da piccolo ero un M-60 fumante in azione nel Vietnam: a ripetizione! E devo ammettere che anche se a tutt’oggi rimango un discreto e bastardo mentitore quelle vette fanciullesche sono uno stinto ricordo: gli occhi chiari, la faccia innocente unita ai i capelli paglierini è andata a puttane per sempre e gli adulti mica si fanno infinocchiare così facilmente.

Il film del quale vi voglio parlare oggi si intitola "Il sospetto". Anche se può sembrare un mattone, (titolo, locandina e la location invernale in Scandinavia non sono proprio molto invitanti) meriterebbe una vostra visita al cinema. Dubito che queste righe vi faranno muovere, ma l'nfluenza mi spinge a provarci perché è un film impegnato che ha la capacità di mantenere alta l'attenzione fino al termine con una trama lineare, pulita, interessante ed attuale che sviscera un problema che purtroppo non ha soluzione.

E' naturale e logico che un bambino tenda a mentire e a mischiare quanto visto e sentito come se fosse una realtà vissuta; nonostante tutto questo se la direttrice dell’asilo mi dicesse che mia figlia/o ha affermato di avere assistito ad atti osceni espliciti da parte del suo insegnante non credo che farei l’ispettore razionale alla ricerca della verità, ma andrei a prendere la mazza da baseball nello sgabuzzino. Queste rivelazioni hanno la forza per spaccare una coppia, una famiglia e diverse esistenze. Il sospetto si insinuerebbe sotto la mia pelle e non se ne andrebbe più. Durante la notte non dormirei e girandomi nel letto comincerei a ripensare tutti quei momenti nei quali sono stati soli, mi porrei mille domande; messo di fronte alla scelta di credere al mio bugiardo e amato pargolo o al mio migliore amico mi spezzerei come un ramo secco. E finirei per scegliere il sangue del mio sangue: mi fiderei di quel cucciolo di essere umano che non sa nulla del mondo, non si rende conto del peso delle sue azioni e che non sa fare niente senza un aiuto esterno. 

L’occhio di bue va quindi su questo distinto maestro d’asilo che si ritrova a lottare disperatamente contro un glaciale paese che lo condanna senza tribunale e gli distrugge la vita con comprovata abilità nonostante l'immediato rilascio da parte della polizia locale. Mi è piaciuto molto per il suo duro realismo il finale del film che, con un salto temporale di un anno dal non fatto, immortala una pallottola incastrarsi sulla corteccia di un albero a non più di 20 cm dal cranio del protagonista. Il sospetto non si dimentica: cazzate di circostanza e retorica a parte, intendo. Il regista per tutta l'opera utilizza la fotografia e le luci per acuire la differenza abissale tra il calore natalizio ed il gelo assassino che regna nel paese. 

Come detto quello evidenziato ne "Il sospetto" è un problema senza soluzione perché credere alle accuse dei bambini è sbagliato, ma anche dargli torto a priori... Come coniugare le due cose quanto si è messi di fronte a dubbi del genere? Io credo che queste due ore scarse riescano a mettere in evidenza quanto sia apparente e falso l’equilibrio del nostro vivere: una contraddittoria e traballante accusa estorta da un infante che non riesce nemmeno ad evacuare senza un aiuto esterno ha la capacità di distruggere, nel caso del film, un ragguardevole numero di vite.

Il lavoro cerca di essere distaccato ed imparziale ma alla fine il taglio dato dal regista fa propendere verso una critica nei confronti di assistenti sociali e direttori di asili che con troppa leggerezza prendono decisioni di importanza capitale, ma in un ipotetico "Il sospetto 2" si potrebbero invertire le parti del buono/cattivo senza il minimo problema. Grazie ad un cast onesto (con l‘eccezione della convincente interpretazione del protagonista Mads Mikkelsen), una fotografia molto curata ed una durata non eccessiva senza ritmi da sbadiglio Thomas Vinterberg ha dato alla luce un film convincente che ha la forza di rimanere impresso e potrà regalare una visione assai stimolante.

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