Jason Noble non sà nulla di me.
Non sà che ho passato venerdì pomeriggio a sperare che smettesse di scender neve, o che ieri sera ho litigato al telefono con la mia ragazza, mentre guidavo.
Il Ratatoj è un circolo giovanile in quel di Saluzzo, vendono prodotti equo solidali e organizzano concerti.
Quello di ieri sera era dei Fuh e dei Three Second Kiss, due band molto rodate e 90's oriented.
I primi a salire sul palco sono i Fuh, l'ultima volta che li ho visti era a Cuneo circa due settimane fa nella suggestiva location della Chiesa sconsacrata di S.Chiara in occasione di "Spazi Acustici".
Presentarono alcuni loro pezzi in versione acustica, e devo dire non li avevo trovati molto convolgenti.
Questa volta il set è elettrico, e ci mostra una band forte e determinata con un'invidiabile capacità compositiva.
I pezzi proposti sono del loro recente album di debutto, "Dancing Judas", uscito quest'anno per la Smartz records/Escape from today dopo il loro demo "Extinction".
I Fuh sono una giovane band cresciuta in seno alla Canalese Noise records, una coraggiosa etichetta del roero che produce musica prevalentemente noise, di cui spero di poter parlare più largamente in futuro.
In questo tempo i Fuh hanno macinato un sacco di date, contribuendo a irrobustire la loro sicurezza sul palco oltre che il loro suono.
Stiamo parlando di un gruppo in poche parole che forse meriterebbe più attenzione di quanta non ne ha già, e per farvene un'idea guardate il loro video su youtube "Free Money" e correggetemi se sbaglio.
Ma io non sbaglio.
I pezzi si susseguono monolitici e nervosi mostrando le coordinate dei nostri, che sinteticamente può essere riassunto in tutto il buon rock alternativo americano degli anni '90.
Mi riferisco agli Shellac, ai Dinosaur Jr, ai Sonic Youth, ai Fugazi, ai Don Caballero e così via, tutto ciò che negli anni novanta univa rumore ed innovazione, senza sacrificare nulla allo spirito d.i.y.
In alcuni casi i loro riff hanno il retroterra dell'immenso deserto dei Kyuss e la sezione ritmica è un incrocio tra Kim Gordon e Todd Stanford Trainer.
La coda del live è dedicata ad una batteria tribale ed una foresta di distorsioni.
I Three Second Kiss invece, (Massimo Mosca basso e voce, Sergi Carlini, chitarra e Sacha Tilotta alla batteria) occupano il palco immediatamente dopo, danno le spalle al pubblico, si preparano, accordano e iniziano con immensi scoppi sincronizzati.
Visivamente scarni e ossuti, dalla strumentazione base, questi Siciliani suonano un post-hardcore che richiama ai Jesus Lizard ma molto più dinamico.
Si succedono cambi di tempo, pause e accordi dissonanti.
Gli effetti sono pochi, e sembra quasi che nei loro incroci e divergenze ritmiche i TSK suonino poligoni.
Un live suonato ottimamente davvero.
E se non vi basta quanto vi ho detto sul loro conto sappiate che fate male.
Perchè i TSK si sono formati a Bologna nel 1993, hanno suonato sia qui che in America con i June of 44, Steve Albini ha mixato due loro album, in america i loro Dischi escono per la Dischord, hanno partecipato all' "All Tomorrow Parties" del 2002 e se non vi va bene tutto questo siete degli stronzi.
Attualmente il loro ultimo disco, "A Long Distance" è uscito per la African Tape, un'etichetta molto interessante con un piede in America e uno in Francia.
Per entrambe le esibizioni ciò che è stato veramente sacrificato è l'impianto vocale, vuoi perchè schiacciato dal resto del suono, vuoi perchè la lingua inglese utilizzata da entrambi non sempre consente un'immediata espressività per il pubblico.
A mancare è anche è anche un certo gusto per la singola canzone, pop se vogliamo, in cui uno o più brani saltano all'orecchio dell'ascoltatore.
L'effetto è stato così di una lunga jam fatta di canzoni non sempre distinguibili.
E questo purtroppo non è bene.
Ma chissà forse anche i primi Husker Du facevano questo effetto ai loro ascoltatori tramortiti.
Probabilmente la buona musica è come la buona cucina: quando un piatto è fatto bene, non c'è un solo ingrediente riconoscibile che copre tutto il resto, tutti i singoli ingredienti concorrono al gusto finale e chi sta mangiando cerca di riconoscerli, ma non ci riesce, qualcosa gli sembra famigliare ma non riesce a riconoscerlo.
Ma probabilmente sono io che pretendo troppo.
Non viviamo in un mondo perfetto, perchè lì, in un mondo perfetto, non esisterebbe il cancro.
E Jason Noble non ce l'avrebbe il cancro alle ossa, in un mondo perfetto.
Musicista e polistrumentista Jason ha quarant'anni, e alle spalle quindici anni di attività nella scena indipendente musicale (Shipping News, Rachel's e Rodan) .
Pochi mesi fa gli è stato diagnosticato un cancro alle ossa, un sarcoma molto grave per il quale si utilizzano cure sperimentali.
Ora immaginatevi un musicista della scena indipendente, nel sistema sanitario americano con quali soldi fa una cura sperimentale contro il cancro alle ossa?
Nasce così sotto l'iniziativa di Carlini e Julien Fernandez (fondatore dell'etichetta Africantape Rec.) l'idea di due date benefiche come già ne sono state fatte in America.
Per questo ieri sera, sul palco del Ratatoj, Fuh (Canalese noise rec) e Three Second Kiss si sono esibiti, il prezzo del biglietto, otto euro, è andato in beneficenza.
Questa sera 6 febbraio invece, all'Interzona di Verona suoneranno Io Monade Stanca (Africantape Rec.), Hell Demonio (Wallace/RobotRadio Rec.), Three Second Kiss (Africantape Rec.) e Uzeda (Touch and Go Rec): il ricavato della serata sarà interamente devoluto per aiutare finanziariamente le cure di Jason Noble.
Gli Uzeda, verranno direttamente dalla Sicilia per l'evento di Verona.
Donazioni volontarie a favore di Jason sono possibili attraverso questo sito.
E questo è tutto.
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