Il gruppo inglese nel 2002 pubblicava un altro capitolo della loro lunga, ma silenziosa carriera.
È innegabile che il panorama prog-metal sia completamente oscurato da nomi più grandi. Ma trovo anche innegabile che tra questi gruppi di grido ci debbano essere (aggiungo meritatamente) i 6 inglesi che da 14 anni sfornano lavori degni di attenzione non solo nel ristretto genere musicale in cui si muovono, ma anche in un odierno panorama musicale più vasto, che non si limiti solo ai soliti clichè del prog. Infatti, i Threshold, con questo buon album dimostrano di essere certamente influenzati dai grandi nomi del prog-rock (Pink Floyd, Genesis) e prog-metal (Dream theater su tutti data la forte componente metal dei brani, ma anche da gruppi che comunque hanno fatto la storia della musica "dura" (Metallica soprattutto).
In questo "Critical Mass" di prog ne troverete, ma in una parte che coesiste sicuramente con l'anima heavy e aggressiva degli inglesi, in un risultato che sicuramente raggiungerà la perfezione nel seguente "SubSurface". La prestazione della band è certamente ottima: Mac, il vocalist, dimostra di avere una voce calda e sicuramente buona, e per fortuna senza usufruire di vocalizzi estremi. La prestazione agli strumenti invece non è mai invadente: assoli intelligenti, ritmiche serrate e in perfetto stile thrash-heavy, una tastiera che si limita a creare atmosfere e raramente si lancia in assoli in synth. Il disco si apre con "Phenomenon": un ottimo brano di apertura, ernergico quanto basta e dotato di una struttura-canzone abbastanza standard: strofa, ritornello e eventuali sezioni strumentali o variazioni. E la formula funziona perfettamente, grazie a dei ritornelli che spesso si rivelano molto ariosi, ricchi di pathos e a tratti caratterizzati da melodie epiche.
Il massimo di questa ricetta si ha con la successiva "Choises" in cui si presenta una sezione strumentale da prendere ad esempio: gli strumenti in questo brano si rincorrono, gareggiano, e l'elemento più progressivo del gruppo qui prende il sopravvento. "Falling away" è invece un classico della band, in cui si uniscono la vena melodica, epica e la sezione prog in un brano che è veramente maestoso. Segue la durissima "Fragmentation" in cui prende vita l'aspetto thrash del gruppo. Questo è il preludio per un altro ottimo brano: "Echoes of Life". Quasi 9 minuti di bellezza: sono grandissime le alternanze di momenti di calma e di esplosione sonora, i primi caratterizzati dal dolce suono di un pianoforte e i secondi da sezioni strumentali ricche di incredibili riff. Veramente ammirevole l'assolo di chitarra (anche abbastanza lungo) su una dolce base pianistica inizialmente, per poi continuare nella sua esplosione finale, tornando al tema principale della canzone.
"Round round" ripresenta sfuriate molto metal in un atmosfera molto cupa, come la successiva "Avalon" che considero il punto debole di un disco finora veramente perfetto: ritmiche scontate, così come tutte le melodie in un turbinio di monotonia. Tutto questo per arrivare alla title track, nonchè ultima traccia del disco. "Critical mass" è una suite divisa in tre parti, un riassunto lungo 13 minuti di tutto ciò che i Threshold sono: il metal, la melodia, il lato dolce ed acustico in un finale strepitoso. Grandiosa l'anima melodica di questo gruppo prende vita in meravigliosi assoli. Ai fan del prog e affini: questo disco non mancherà di appassionarvi e di emozionarvi. Senza fare inutili paragoni con colleghi più illustri, i Threshold vivono di luce propria proponendo, in un genere che sinceramente è stantìo, una personale interpretazione di cosa il prog-metal dovrebbe essere, rispettando tutti gli ingredienti della ricetta e mettendoci un pizzico di idee proprie e di indiscussa originalità.
Consigliato anche a chi crede che il prog-metal siano solo Dream Theater e SymphonyX. Qui, siamo sul medesimo piano qualitativo.
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