I Threshold sono forse una delle band più ripetitive del programma prog-metal: gran parte dei loro dischi si assomigliano come gocce d'acqua e propongono sempre gli stessi suoni ma ciò non toglie che siano stati autori di capolavori.

Mi accingo a recensire quello che secondo me è l'album più sottovalutato fra quelli mai prodotti dalla band! "Extinct Instinct" infatti non viene mai annoverato, a mio modo di vedere, fra i capolavori del gruppo ed invece è a mio avviso superiore ad album come ad esempio "Wounded Land", il forse sopravvalutato "Psychedelicatessen" se non addirittura a "Hypothetical".

È l'album in cui il sound dei Threshold assume la svolta che verrà confermata nei dischi successivi... Atmosfere più cupe e fredde rispetto a quelle più calde e solari dei primi due album, suono più duro tendente al thrash e una maggior complessità delle composizioni con molti più cambi di tempo, uso di suoni più spregiudicato e meno prudente e una tecnica più accentuata. Unico neo è la voce non proprio eccellente di Damian Wilson che fortunatamente lascerà il posto al più maturo Andrew Mc Dermott nel prossimo album.

Un album che regala tutto ciò che la musica dei Threshold può donare sin dalla prima "Exposed" con quell'intro di chitarra e tastiere davvero impeccabile; prosegue poi con "Somatography" dove parti più delicate si alternano a forti accelerazioni thrash è il giro di tastiera finale è davvero ben inserito. E cosa dire di "Eat The Unicorn" (a parte il titolo a dir poco insignificante, ditemi voi cosa vuol dire "mangiare l'unicorno")? Uno dei pezzi migliori che abbiano mai scritto, dalle ritmiche forti e aggressive che lascia anche spazio all'atmosfera e a complessi solisti chitarra e tastiera. La semi-ballad in stile Queen "Forever" è un ottimo preludio alla potente ma sempre melodica "Virtual Isolation" mentre "The Whispering", dall'atmosfera più calda rispetto agli altri pezzi, è davvero un pezzo dai due volti (e dire due mi sembra davvero poco); gli arpeggi di chitarra delicati e puliti di alcune strofe si trasformano, nel ritornello, in potenti schitarrate accompagnate da incredibili cori... un brano creato per far scatenare i più frenetici ma facendo anche divertire, tutto sommato uno dei più riusciti del disco. "Lake Of Despond" è invece un po' sottotono anche se è ben curata dal punto di vista delle atmosfere. La ballata "Clear" ben intonata con piano e chitarra, è ancora in grado di regalare emozioni, mentre "Life Flow" propone ancora buone melodie e tutto sommato un bel solo di tastiera nella parte centrale. E a chiudere l'album vi è un altro brano superlativo, "Part Of The Chaos" anche questa meno oscura e più vicina alle atmosfere dei primi due album che nei suoi 8 minuti alterna potenti chitarre, cori molto ben piazzati e una bella parte strumentale dove chitarra e tastiera si lanciano ancora una volta in pregiati assoli.

L'outro "Segue", un arpeggio di chitarra accompagnato da voci di persone in sottofondo, chiude un album che davvero, e dico "davvero", meriterebbe un'attenzione maggiore e che sinceramente non vorrei risparmiarmi dal definire "capolavoro".

La limited edition del 2001 contiene anche la splendida ballad acustica "Mansion" e le versioni radio edit di "Exposed" e "Virtual Isolation".

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