Allora è proprio vero, le cose migliori non si adorano mai subito! È esattamente quanto mi è successo con questo "Psychedelicatessen", secondo album in studio dei Threshold. Dopo aver dato ascolto ai dischi più recenti del gruppo e averne decantato le melodie sono stato tentato da scaricare tutta la discografia (cosa che mi è successa con tanti gruppi tant'è che poi ho deciso che quando avrei voluto conoscere un nuovo gruppo lo avrei fatto scaricando tutta la discografia studio). Quando ascoltai questo disco arrivai addirittura a definirlo il peggiore del gruppo, tant'è che in qualche commento lo scrissi esplicitamente (andate a leggere l'altra recensione qui presente). Ma ciò era dovuto ad un ascolto probabilmente troppo frettoloso e superficiale. Ora l'ho rivalutato in maniera non indifferente e lo faccio anch'io rientrare fra i migliori del gruppo. Certo, il trio composto da "Hypothetical", "Critical Mass" e "Subsurface" rimane sempre qualcosa di grandioso nel gruppo, ma l'importanza che questo disco riveste nella carriera del gruppo è fondamentale!
Si tratta di un disco fatto di elementi thrash e progressive, più duro e sperimentale del precedente "Wounded Land" e caratterizzato da suoni particolari e molto più "studiati"... La cura per le melodie e dei suoni risulta davvero impeccabile. Tutto ciò che si trova in quest'album sembra trovarsi lì non per caso ma sembra proprio studiato per trovarsi in quel punto esatto. Rispetto agli album successivi i suoni sono qui utilizzati con estrema cautela... non si eccede in nulla qui, tutto lo si fa quando veramente è il momento di farlo. In futuro tenderanno a privilegiare atmosfere pompose e uso di suoni più spregiudicato e massiccio (sempre senza mai sconfinare nel banale), qui invece non si ha voglia di strafare, c'è un po' di tutto dosato con estrema intelligenza. Ci sono gli assoli complessi nel momento più opportuno, ci sono sottofondi di tastiera delicati e mai invadenti... per non parlare delle sperimentazioni elettroniche. Le tastiere di Richard West sono utilizzate nella maniera più sapiente possibile e si rivelano capaci di produrre suoni dal particolare sapore psichedelico e atmosfere tanto leggere quanto calde che difficilmente troveremo negli album successivi! E la prestazione vocale di Glynn Morgan è la ciliegina sulla torta e penso che dopo la recente dipartita di Mac avrebbero potuto richiamare lui anziché quel Damian Wilson tanto osannato ma che a me personalmente non ha mai entusiasmato più di tanto con quella voce che a mio avviso non ha quel timbro in grado di regalare emozioni come quella di Mac. Morgan è invece un cantante completo, dinamico, dotato di un timbro vocale adatto sia per i pezzi più duri, sia per quelli più soft; peccato che solo in quest'album abbiamo avuto l'occasione di sentire la sua voce!
A fare grande l'album sono, e non è una novità, le tracce più lunghe che spesso sono quelle dove si tende a dar più peso alle strutture. L'opener "Sunseeker" è una delle canzoni più trascinanti della band: l'intro è fatta di particolari effetti elettronici seguiti dai riffoni di chitarra dal forte sapore thrash che conducono per tutto il brano. Quando West entra con i suoi sottofondi di tastiera non lo fa mai esageratamente, e nella parte finale del brano ci regala delle autentiche delizie: se ne entra con delle note molto delicate dopo l'ultimo ritornello, se ne arriva con un bell'assolo ed è protagonista della chiusura con delle note di organo molto pinkfloydiane a regalare un finale mai così degno di nota. Belli anche i solo di chitarra. Anche la successiva "A Tension Of Souls" è un gioiello: l'inizio è abbastanza lieve, con le potenti chitarre accompagnate dal sottofondo di tastiera poi il ritmo tende sempre più a crescere fino araggiungere ritmi forsennati. Le tastiere ancora in evidenza nel finale con un bell'assolo e con dei bei suoni elettronici ad accompagnare l'assolo di chitarra che chiude il brano. "Into The Light" ha uno sviluppo diverso. La prima parte del brano presenta ritmi pacati e delicati con arpeggi di chitarra lievi e rilassati e un sottofondo di tastiera leggerissimo quanto basta per sollevare l'ascoltatore in un'altra dimensione, alternandosi con un ritornello più deciso con le tastiere più forti; più avanti nel brano il ritmo diventa più veloce e West non rinuncia ai suoi preziosi inserimenti... e sempre nel finale si mette in evidenza ancora una volta con suoni molto "da laboratorio" che regalano un'altra conclusione magistrale. L'altro brano più lungo e sofisticato si trova alla fine del disco ed è "Devoted" che parte con un attacco potente per poi dar spazio a pregevoli tocchi di chitarra ad alternarsi con momenti più forti... ma pregevole davvero è la parte centrale... tutti fermi spazio a tastiere e voce, Richard West stavolta opta per qualcosa di più orchestrale e sinfonico, ma quando arriva quella parte davvero scorre nelle orecchie come miele, l'ascoltatore si perde nel cielo azzurro fra le poche nuvole per qualche minutino per poi tornare a terra quando le chitarre si riaccendono riprendendo il riff che apriva il brano. E i brani più brevi sembrano davvero non perdere quella accuratezza che spesso viene dimenticata a favore di qualcosa più "easy". Un esempio è "Will To Give" con riff di chitarra diretti e un ritmo dal sapore funky e innesti elettronici sempre pregevoli, il tutto che si chiude con un bel growl (merce abbastanza rara nella discografia dei Threshold) di Glynn Morgan. Leggermente più in basso si collocano "Babylon Rising" e "He Is I Am", sicuramente immediate ma che comunque rispettano il vincolo di matrimonio fra potenza e atmosfere. Perfetti anche nel lato melodico grazie alla ballad "Under The Sun", guidata dal piano e raggiunta nel finale da una chitarra acustica, e a "Innocent", non proprio una ballata ma comunque un brano dal forte sapore melodico.
Chiudendo dico che dopo tanti ascolti sono costretto anch'io, da buon critico quale sono, a riconoscere che si tratta di un grande album! Non so se è proprio il capolavoro in assoluto ma sicuramente è il disco che è più in grado di regalare sorprese, quello più fresco a livello di idee, più attento, quello che più offre spunti originali... sono tante le caratteristiche per apprezzarlo ma tanto è anche il tempo necessario per apprezzarlo... ve lo dice un ascoltatore appassionato!
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