Ci ri-siamo. I Thrice sono tornati alla grande.

Li avevamo lasciati nel 2009 con il buon Beggars, album che aveva fatto sicuramente piacere agli amanti del Rock. Sì, perchè i tempi di The Alchemy Index vol.1 oppure di The Artist in The Ambulance sono solo un lontano ricordo. Le sfuriate chitarristiche di Teppei in pezzi come Deadbolt o Phoenix Ignition sono state sepolte da una costante evoluzione che ha portato i quattro di Irvine ad assaporare melodie più delicate e ricercate, senza mai cadere nel banale.

Nel 2011 "Major/Minor" ci riporta indietro nel tempo. La compattezza e la potenza, che sembravano in parte essere perdute, fanno di nuovo capolino nelle tracce di questo dischetto. Yellow Belly è il manifesto di tutto ciò. La produzione di Dave Schiffman (Red Hot Chili Peppers, Weezer, The Bronx e mille altri) rende onore ad un pezzo potentissimo. Un mid tempo con influenze che vanno dal Post-Hardcore fino al Grunge anni novanta.

Dustin Kensrue, vero valore aggiunto della band californiana, sfodera una performance di alto livello in tutto Major/Minor, ma è in pezzi come Call It In The Air che ci fa vedere quali picchi emozionali e di estensione vocale riesca a raggiungere.

Sono tantissime le influenze che si possono notare in questo nuovo lavoro. Passiamo dal rock più mainstream di Promises, fino al Post Rock di Disarmed, passando per momenti più riflessivi come Words In The Water (un piccolo capolavoro), per arrivare a  Blur, uno degli unici up-tempo dei Thrice post Vheissu.
La volontà palese di essere più incisivi è sicuramente stata raggiunta. La via intrapresa in Beggars è stata di nuovo imboccata. Questa volta, però, con più sicurezza e decisione.

Difficile fare un paragone con i lavori precedenti. Non si può dire che Major/Minor sia migliore o peggiore di perle come Vheissu. "Major/Minor" è semplicemente la naturale continuazione di un discorso intrapreso in questi tredici anni di carriera.

La cosa che sorprende di più è la rinnovata dinamicità che forse mancava agli ultimi album dei Thrice. Anthology, per esempio, porta alla mente gli intrecci chitarristici di The Artist in The Ambulance. Non è un caso che il testo faccia riferimento a varie canzoni passate, dalla vecchissima Trust alla più recente The Weight.

La bravura dei Thrice è sempre stata quella di sapersi reinventare. La paura di osare ed andare contro le tendenze del mercato sono i pregi più importanti per la band che considero una delle migliori degli ultimi dieci anni.

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