Pearl esce nel 2022, diretto da Ti West e scritto a 4 mani con Mia Goth (che interpreta Pearl) è il prequel di: “X: A sexy horror story” del 2021.
Lo davano l’altra sera in un cinema che so io, si mormorava che il film fosse buono e così sono andato. Ho pensato… vabbè è un prequel ma tanto io non so nulla, anzi, qualora dovessi vedere anche X, li vedrei in ordine cronologico. In effetti il giorno dopo vidi X in TV (de straforo, cioè su una piattaforma poco piatta e molto in forma). Beh X a Pearl non gli allaccia manco le scarpe.
Pearl è ambientato nel 1918, nel sud degli Stati Uniti. La guerra sta per finire, lei è giovane, suo marito è al fronte, non si sa manco se è vivo o morto. Pearl vive, praticamente da reclusa, in una fattoria, con una mamma tedesca molto religiosa, rigorosa e severa, ed il padre infermo (un’assenza apparecchiata per cena: cit).
Lei è giovane e carina ed ha un sogno: diventare una ballerina famosa. Vive in un mondo tutto suo ed è come dire? …stranuccia. No dai, sto sminuendo… Pearl è matta come un cavallo.
Il film ammalia ed affascina fin dai titoli di testa, sontuosi, con una musica(l) orchestrale in uno splendido e riuscitissimo omaggio al cinema di Hollywood nell’età dell’oro.
La sua psicosi per la danza, i suoi evidenti disturbi, i suoi macabri passatempi (che non vi sto a spoilerare) disegnano un quadro allucinatorio ed orrorifico niente male. Ma Pearl vuole danzare e quando la cognata la informa che in paese ci sarà una selezione per scegliere una ballerina per un tour (tra l’altro un tour demmerda organizzato dalla parrocchia, roba di ballare in teatri scalcinati davanti a 4 fedeli) Pearl si dà da fare per parteciparvi, contro ogni regola o impedimento (della mamma cattiva). Non solo vorrà partecipare, vorrà vincere (di questo ne è assolutamente certa). Da qui, iniziano i macelli veri…
Film davvero riuscitissimo, con una fotografia e regia di alto livello, con svariate sequenze memorabili, fra tutte la resa dei conti con la madre. Con una gestione dei tempi alla bisogna dilatati e cangianti. Cambi di tempi e di atmosfera, ora onirica, ora bucolica, ora drammatica, allucinata, pericolosa e sgraziata, disgraziata, disturbante.
Mia Goth è brava ed inquietante da spellarsi le mani, una matta a là Bette Davis (Che fine ha fatto Baby Jane? – Piano piano dolce Carlotta) ma con un suo stile, una sua identità. Ve li raccomando i suoi primi piani ed il suo monologo…
Riguardo Ti West, sebbene la sua ispirazione marcata ai maestri dell’horror settantiano (Toby Hooper e Wes Craven su tutti) sia evidente, è altrettanto evidente la sua mano d’autore che, un po’ come QT, ruba ma non copia, perché nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Beh con Pearl, il nostro, si è trasformato in un grande regista di genere.
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