Il ragno cela la sua figura nascondendosi dietro artifici, attende il momento giusto per colpire la sua preda, per poi aspettare che si consumi come si consuma la carne. Oggi chiamato "Tid", tesse la sua alchimia con l'uso del post-hardcore, progressive-metal e doom. Attende l'incauto ascoltatore che gli si avvicina, lo persuade, prima di avvinghiarvisi, con la sua musica: la sua tela.

Deambuli faticosamente per i primi due minuti di "Synvända" che più che un intro assomiglia alla cosmica cadenza di un universo in mutamento, una gigantesca tela alla quale non puoi sfuggire, ci sei già invischiato. I loro suoni sono oscuri ma dilatati, con tanto di tastierista che suggerisce gli universi in mutamento. Alchemici ragni che sputano veleno, una ricerca sonora del 2007 che lancia una sfida alle etichette più lustrate del settore promuovendosi al pubblico con la soluzione "scarica e giudica".

Una voce urlata, straziata, sovrapposta alle ritmiche lente, dove punte d'elettronica fanno capolino per colorare i cosmi più lontani. Un lavoro certosino, studiato nel dettaglio, nello schema della canzone (dove le sonorità doom si mescolano alla ricerca progressive), nelle melodiche ottimamente riuscite, nelle tastiere. Una tela capace di ammaliare i palati più sensibili. Arpeggi chiaramente di matrice "post" aggrediti dal velenoso screaming che sembra esortarti: << non muoverti, ascolta: la tua carne marcisce mentre il cosmo si diverte a ruotare attorno all'indefinito>>.

L'album non è particolramente lungo e, forse, è anche un bene: sarebbe facile cadere nella ripetizione in un simile lavoro. Per certi versi glaciali come possono essere gli "Isis", i "Tid" escono dall'underground svedese proponendosi al pubblico con stile e intelligenza. Le mie orecchie ringraziano di cuore

 

Tracklist

01 - Synvända

02 - Kom Himmel, Kom Jord

03 - Se

04 - Västanvind

 

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