La filosofia dell’essenzialità adottata come proprio credo e seguita con scrupolosa passione. Basso, chitarra e batteria, niente di più e niente di meno. Il motto è buona la prima e a mare tutto il resto.

Con “Corners” terzo disco in carriera edito da To Lose La Track i Tiger! Shit! Tiger! Tiger! (Diego Masciotti, Giovanna Vedovati e Nicola Vedovati) da Foligno propongono una propria personale rilettura di un certo modo di suonare indie tipicamente a stelle e strisce. E’ chiaro, come ci sia più che una semplice simpatia per i dischi di Sonic Youth, Dinosaur Jr. e Pavement da parte della stessa band anche a vedere dai loro ascolti postati sui social che comprendono tra gli altri “Evol” e “Slanted & Enchanted”.
La copertina, con quelle enormi distese aperte da provincia americana comunica più di qualunque sequenza di parole.

“Weird Times” mostra subito la sua fisicità con una partenza decisa, facendo sicuramente felici coloro i quali li vedranno suonare nei vari festival americani tra i quali il celebre SXSW ad Austin, la cui presenza nel corso degli anni è diventata quasi una costante.

“Shameless pt.I” (c’è anche una seconda parte strumentale posta in chiusura di scaletta) e “Silver” sono altri bei colpi assestati, con quest’ultima che pur senza un vero e proprio tema ripetuto riesce comunque ad essere degna di nota anche per merito della bella progressione di riff ed assoli posti sul finire del pezzo. Lo scazzo che va a braccetto con la malinconia.

“Further” con il suo up-tempo punk si ascrive tra le cose memorabili senza dimenticare la narrazione più onirica di “Sacramento” che dopo una prima parte melliflua si conclude in maniera splendidamente sonica omaggiando nel testo i Pavement di “Unfair”.

Parlavamo di filosofia, ebbene il minimo comun denominatore di “Corners” è l’attitudine genuinamente lo-fi con suoni secchi e grassi di chitarra a ricoprire ogni centimetro di spazio libero accompagnata da tanto sudore e tanti chilometri percorsi.

In un periodo storico in cui si assiste ad una perdita di interesse per tutto ciò che è rock a favore di altre forme espressive e alla celebrazione degli eroi di cartone, un disco come “Corners” non può che essere come una bella boccata d’aria fresca per i polmoni in un pomeriggio primaverile assolato in aperta campagna.

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