Questo scritto ha solo uno scopo: terminare la discografia di Buckley su DeBaser.
Se non conoscessi il mito di Tim Buckley, uno dei più grandi sperimentatori sia a livello vocale che musicale, genio e sregolatezza che sfociarono in capolavori quali "Lorca" e "Starsailor", pura magia in musica come "Happy Sad" e "Blue Afternoon", e mi mettessero tra le mani questo "Sefronia" lo troverei solo un album sufficiente condito da una voce molto particolare.
Se non conoscessi Tim Buckley...
Resterei affascinato dalla dolcissima "Dolphins", cover di Fred Neil, sempre presente nel repertorio live di Tim (insuperabile la versione nel Live in London 1968), ma mai incisa in un disco in studio, con la chitarra (forse dell'amico e compagno di viaggio Underwood) che disegna fraseggi superbi, morbidissimi, donando al pezzo una sorta di eterea bellezza sfuggente.
Apertura che fa ben sperare a un ritorno alle origini, ai tempi migliori delle prime avventure ("Goodbye and Hello"), già...
Ma io Buckley non lo conosco...
"Honey Man" mi fa sorridere, non mi aspettavo un blues... Il pezzo comunque non è male, niente di eccezionale, per carità, soprattutto l'interpretazione vocale che avrebbe messo in luce positiva qualsiasi cantante blues agli occhi dell'industria discografica. Ma qui si parla di Tim Buckley, e io, come ho già detto, non lo conosco...
"Because of You" mi sembra qualcosa arrangiata appositamente per un telefilm anni '70, con violini e chitarrina in sottofondo e risulta effettivamente un po' indigesta alle mie orecchie, mi sto innervosendo..
Ho già voglia di togliere l'album dal lettore e relegarlo in fondo alla pila di dischi a prendere polvere.. Non c'è soluzione di continuità né filo logico nei primi tre pezzi, figuriamoci il resto.. Sto iniziando a ricordare di aver già sentito questo nome..
Buckley, Buckley mmmh..
Sperimentatore senza precedenti, talmente avanti da superare anche se stesso, dotato di una delle più grandi voci mai sentite, autore di vere pietre miliari scolpite a caratteri infuocati nella lunga strada della musica..
Mah, io ascolto "Peanut Man", un funky po' scialbo, senza capo né coda, con un cantato irriverente, a tratti anche leggermente fastidioso, e penso che mi stiano prendendo per il c**o..
Andando avanti trovo un'altra cover, "Martha", di Tom Waits, dove Tim riesce a estorcermi qualche emozione con la sua voce, ma niente di che.. Non mi piace l'arrangiamento pomposo con tutti quegli archi..
La povertà di idee continua nel duetto con voce femminile di "I Know I'd Recognize Your Face", veramente troppo per me..
Le altre tracce non mi lasciano nulla e finisco con la gradevole "Sally Go 'Round the Roses", ma non basta per fare in modo che quest'album rientri tra i miei ascolti futuri continuativi.
Tolgo il disco, lo ripongo nella custodia, guardo la copertina e scruto la faccia di Tim..
Non ci avevo fatto caso ma noto che anche lui mi guarda molto perplesso e adesso ne capisco il perché..
Scusa se ho fatto finta di non conoscerti..
Non eri convinto neanche tu vero? "The King's Chain", già..
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