Il film "Alice In Wonderland" esce nel 2010 carico di grandi aspettative negli amatori del libro e del cartone animato. Il film è visibile anche in versione 3D e su questo punto vorrei spendere due parole. Probabilmente in origine "Alice In Wonderland" non era stato programmato per il 3D e da questo penso che dipenda la pochezza degli effetti speciali, che oltre a far lievitare il prezzo del biglietto e ad alcuni creare mal di testa, sono ben accetti da un pubblico che non vede l'ora di immergersi in una fantasia di colori e di atmosfere magiche e misteriose, quali sono appunto narrate nella storia originale, cioè nel libro di Lewis Carroll.
Tralasciando l'aspetto grafico del film, non mi è parsa particolarmente interessante la trama. Per chi ancora non l'ha visto non è il caso di raccontare molto della storia. Ma penso si possa dire che la rivisitazione del racconto di Carroll e del cartone animato della Disney abbia stravolto notevolmente il significato e anche la bellezza di Alice nel paese delle meraviglie. Sarebbe improprio dire che questa storia (quella originale) abbia un senso. Quello di Carroll nasce come un "nonsense-book", un libro appunto senza un senso. Il mondo in cui precipita Alice è un mondo alla rovescia: tutto il contrario di tutto; ciò che dovrebbe essere non è e ciò che dovrebbe essere è; le cose sono conseguenza dei loro nomi, basti pensare alla farfalla che in inglese si dice butterfly nel paese delle meraviglie avrà quindi le ali di burro. Devo dire che è interessante la premessa al libro di Carroll scritta da Piero Citati: nel nostro mondo regnano il peso e il numero, il tempo è rettilineo e i libri si leggono da sinistra verso destra. Nel paese delle meraviglie regna l'assurdità.
Quello che il regista forse volontariamente(?) non ha riportato nel suo film è la stranezza e l'assurdità del "paese delle meraviglie". La trama si riduce a una semplice lotta bene contro male ed Alice che fa la parte di una paladina del bene. Sia nel libro che nel cartone animato Alice è curiosa di avventurarsi nel mondo che ha scoperto, ma riflettendo si rende conto di come tutta l'assurdità che lo pervade la faccia sentire fuori posto, che tutte le sue credenze si sgretolano di fronte a fiori presuntuosi, a un cappellaio matto, a un gatto evanescente! Alice piange, desidera tornare a casa, seppure il mondo vero sia governato dai costumi inglesi da lei tanto odiati. Ecco cosa manca al film: Alice è come costretta a compiere un gesto non desiderato; non sembra curiosa perchè è troppo grande per credere a certe assurdità. Prendendo come protagonista un'Alice già grande svanisce tutto il mistero di questo mondo pensato come un costrutto di idee di una bambina annoiata dal mondo reale. Ma questo ovviamente è il senso che attribuiamo noi alla storia, perché ricordo che in realtà non ha un vero senso.
Tim Burton ha creato un'altra storia, una storiella carina che comunque non coinvolge, anzi risulta scontata e proprio per questo deludente. Fortuna che il cast di attori era di buon livello. Lo sconsiglio a chi ancora non l'ha visto e per chi l'ha visto ... d'oh!!
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