"Non sforzarti di capirlo, devi solo immaginarlo!"
Nel 1990 (quando avevo poco più di sette anni) fui rapito per la prima volta dalla fantasia gotico-visionaria di Tim Burton con il suo "Edward Mani di Forbice". Ma fu solo tre anni dopo che mi innamorai definitivamente del genio di questo artista, e fu con "Nightmare Before Christmas".
A distanza di ben sedici anni e con la tecnologia che, in campo cinematografico, ha fatto passi da gigante, questo film di animazione girato in stop-motion resta sempre lì, in una nicchia del mio cuore, sempre presente e in grado di farsi vivo nella mia mente con le sue immagini quando meno me lo aspetto.
Le vicende, penso siano conosciute un po' da tutti... In fondo l'opera ha avuto un discreto successo, coinvolgendo tra le fila del suo pubblico non solo bambini e ragazzi ma anche adulti. Jack Skeletron è il Re delle Zucche del Paese di Halloween, uno dei tanti "universi" del Mondo delle Feste. Il suo villaggio vive, freme in relazione solo a questa festa, per la quale tutti si preparano durante tutto l'anno. Una folla fatta di vampiri, licantropi, mostri della palude, psicopatici e quant'altro può essere pescato dagli incubi e dalla tradizione horror cerca sempre di volta in volta di creare l'Halloween perfetto, memorabile. Jack però è stanco, cerca qualcosa di più, e lo trova un giorno, vagabondando per un bosco con il suo fido cane fantasma, Zero. Raggiunge una radura, nella quale ogni tronco di albero reca l'immagine di una festa (un uovo di Pasqua, un tacchino, ecc): sono tutti portali per i vari "universi" paralleli, solo che Jack ancora non lo sa. Attratto dall'immagine di uno strano albero verde con tante luci e festoni apre la porta e si ritrova catapultato nel Mondo del Natale. Qui si confronta per la prima volta con questa nuova realtà, e ne rimane così sbalordito e affascinato che decide che quella sarà la chiave di svolta per le prossime celebrazioni nel suo paese: ricreare il Natale nel mondo di Halloween.
Senza svelarvi il prosieguo della trama potete ben immaginare a quali conseguenze andrà incontro il nostro: con tutta la sua buona volontà (e anche quella dei compaesani), la sua festa sarà un po' diversa da quella che aveva visto e sognato. Se a tutto ciò aggiungiamo anche il rapimento di Babbo Natale ("Babbo Nachele", come viene chiamato dal Re delle Zucche, per giustificare agli abitanti del villaggio un suo aspetto orripilante e con le chele, così da rendere la sua immagine più accettabile per loro) e la sua momentanea prigionia presso la tana dell'antagonista della vicenda, il Bau Bau, il gioco è fatto. Starà a Jack capire quale è davvero il suo ruolo nelle feste (se quello dello scheletrico Re delle Zucche o quello di un "magrolino" e rivisitato Babbo Natale in chiave horror), e di conseguenza starà a lui (anche con l'aiuto di Sally, bambola di pezza che lo ama segretamente, e di Zero) mettere a posto una situazione che, non volendo, si è trasformata in catastrofe per tutto il mondo "reale".
Film gioioso e vivo (nonostante le ambientazioni tetre), arricchito da una colonna sonora affascinante e coinvolgente (curata in Italia da Renato Zero, in originale da Danny Elfman), e reso particolare da una trama che diverte e soprattutto è in grado di toccare corde del tuo cuore che non credevi potesse raggiungere.
Sotto Natale amo riguardarmelo, assieme al già citato "Edward Mani di Forbice". Assieme riescono infatti a sfatare il Natale così come molto spesso ce lo vogliono trasmettere: zuccherelloso, buonista, forzatamente allegro. Merito indubbio sia di Burton (che ha curato storia e soggetto), ma anche del regista che ha saputo realizzare di fatto le sue visioni, Henry Selick.
"Nightmare Before Christmas" è un punto di vista diverso, una "favola gotica" come spesso è stata definita (e alle quali Burton ci ha abituati), ma è anche un invito a credere nei propri sogni, a rendere reale ciò che più desideriamo.
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