Può il più tropicale dei generi rock (il reggae) riuscire a mescolarsi ad una lingua nordica (lo svedese) in maniera tale da non ottenere un composto grumoso e disomogeneo?
La risposta suggerita sarebbe no, data la distanza abissale tra la cultura rasta e quella vichinga, ma spesso le cose vanno in maniera diversa da ciò che ci saremmo aspettato. I TimBuktu sono riusciti ad operare questo crossover culturale prima che musicale sfidando le leggi mendeliane ed ottenendo risulati musicalmente eccelsi (oltre che un discreto successo in terra scandinava).
Le sonorità sono calde e piene: una miriade di strumenti; percussioni, moog, hammonds, fisarmoniche, chitarre, cori. Mai banalmente mischiati ma sempre dosati e utlizzati "ad hoc".
I ritmi sono vivaci e briosi: un reggae che trasuda funky e hip-hop, che strizza l'occhio ora a Jamiroquai ora a Jimmy Cliff, che non tralascia alcune "capate" in territori tipicamente latini quali samba, salsa e flamenco.
Il cantato è perfettamente integrato: la melodia tipica della lingua svedese unita all'energia di Jason Diakité (non svedesissimo come potete capire dal nome) si uniscono alla tela musicale colorata e variopinta aggiungendo tonalità caratterizzanti.
Non mi sento di considerare il loro ultimo lavoro " Oberoendeframkallande" (Ultimo nella serie di 5 album prodotti dal 2000 ad oggi) un caposaldo della musica, nè tantomeno di tesserne le lodi dilapidando inutili aggettivi. Mi sento invece di apprezzare l'insieme del lavoro, di accettare beatamente i sorrisi e il calore che diffonde, di "muovere il piedino e la testa" al groove di alcuni pezzi presenti all'interno dello stesso ("lika barn avika bast del 2" su tutte ma anche "karmakontot" (primo songolo estratto) e "Fantasi").
Non ci sono pezzi "alti", nè tantomeno trovate geniali ma il filo di Arianna che si snoda lungo le 17 tracce è di quelli che si possono srotolare e riarrotolare per parecchie volte senza annoiarsi.
Nel complesso è un album piacevole, scanzonato. Da ascoltare quando nevica a Kingston o quando guardate il mare beatamente sdraiati all'ombra di una palma nel caldo inverno di Goteborg.
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