Miss k [http://strefa.rockmetal.art.pl/ankieta/miss-k.jpg] non sostituì Kotipelto alla voce, e l'occhio nero di Tolkki, gentilmente offerto dai fan, con il tempo scomparve.
Eppure, quello che sembrava essere un lieto fine non appagò le aspettative di chi seguì con ansia la battaglia interna alla band.
Noi festeggiammo quando il verdetto ufficiale disse che gli Stratovarius sarebbero rimasti gli stessi, ma l'ultimo album, quello del 2005 fù per molti un vero buco nell'acqua.
Ditemi che complice fù la salute del chitarrista compromessa da visioni a carattere mistico/religiose, ma anche io come tanti prima di me, sono passato dall'amare gli strato ad evitarli.
E allora perchè ascoltare e recensire Waiting For A Dawn, album solista del cantante Kotipelto?
Beh. . . per quanto possa sembrarvi inesatto, anacronistico e banale, questo disco lo considero come un album degli Strato uscito bene, e penso che dispone di tutte le caratteristiche adatte sopratutto in campo tecnico-strumentale per ri-sintonizzare il gruppo verso vertici più alti di quelli che tutt'ora sta vivendo.
E ancora, ditemi che il peggior nemico di un complesso di musica power metal è l'essere troppo ripetitivi, ma se nel percorso storico musicale possiamo ora considerare questi finlandesi come una icona del power, questo è per merito di album quali "Vision" dove i nostri diedero il meglio di se stessi.
In altri termini, piuttosto che riproporsi in una versione stiracciata scialba e scarna di fusione classica-melodica, sarebbero stati più apprezzati se avessero sfornato qualcosa che rappresentasse la vera ricetta stratossiana che li rese celebri: velocità+tecnica+iperattivià+assolini melodici di tastiera e chitarra+ tanta forma di melodia metallica facile e composta dai ritornelli canticchiabili.
In poche parole, un album questo di Kotipleto del 2002, uscito durante la realizzazione di Elements dove come ho già detto, sembra di ascoltare un buon album degli Stratovarius.
Tutto si basa sul timbro vocale di Kotipelto che è messo molto in primo piano, con lo scorrere delle tracce pare che la voce diventi uno strumento musicale base che spicca sugli altri, ma ad accompagnarlo non ci sono Tolkki & co, bensì: Roland Grapow degli Helloween, Michael Romeo dei Symphony xalla chitarra, Gas degli HIM alla batteria, Janne Wirman dei Warmen\Children Of Bodom alle tastiere. Insomma un cast tecnico davvero niente male, anche se da un mix del genere ci si aspettava molto di più.
Ma il disco è più che sufficiente, interessante per un punto di vista: la musica per i suoi riff e i suoi assoli non continua a immergersi nelle solite sfuriate e decorazioni mistiche ma si spinge volentieri in sonorità ottantiane classiche alla Iron Maiden o Black Sabbath anche se comunque mantendendo sempre un carattere facente parte della natura di Kotipelto: quello della melodia, anche se in contesti leggermente più cupi.
L'Artwork è come si può notare, in perfetto stile egizio, la musica non si collega a questo tipo di sonorità, ma i testi si e raccontano di storie fantastiche, citazioni e leggende collocate in questo periodo storico di cui Kotipelto è molto affascinato.
E' inutile cercare di dare etichette strane al cd, come "melodic speed progressive etc etc", l'album suona di puro Heavy Metal melodico, dove non si cecano di manifestare sperimentazioni tecniche e nuove idee di genere, questo è un album dove Kotipelto cerca di fare qualcosa di tutto suo, dato che negli Stratovarius doveva dare sempre conto a Tolkki che oltre al chitarrista e frontman rivestiva il carico di fondatore e produttore.
Tutto lo stile musicale dell'album è pienamente "pomposo", si parte con una intro dalla durata di pochi secondi, in perfetto stile orientale di tastiere che disegnano una atmosfera mistica e magica come può essere quella egizia, successivamente parte "Travel Through Time" a mio parere la canzone più bella di tutto il cd, molto veloce e potente con le linee vocali di facile memorizzazione, di tipica fattura stratossiana e molto bella nei riff e assoli.
La seguente "Beginning" che parla della crezione del mondo da parte del Dio Sole, è un pezzo molto carino di rock farcito da chitarre molto rocciose e tastiere fluide e orchestrali, ma ha un ritornello troppo "filastroccheggiante" e ingenuo.
"Lord of Eternity" che si riferisce ad Anubis, il dio dei morti, è un pezzo ben riuscito, molto operistico, anche questo ha caratteri tipici degli Strato, molto veloce e con un ritornello tipicamente epico.
Quella più tipicamente power è "Knowledge and Wisdom", mediocre e concentrata anch'essa su velocità e canticchiabilità del ritornello, ma con interessanti riff e assoli.
E' molto bella "Battle of the Gods" dalle influenze doom, questa non è veloce come tutte le altre, ma è molto curata l'atmosfera dove si svolge lo scontro eterno tra Horus e Seth.
E' tipico di Kotipelto concentrarsi su una canzone melensa, e in questo album corrisponde a "Beauty has Come" dedicata alla regina dei Nefertiti, concepita tutta in chitarra classica e pianoforte, ha delle belle linee melodiche e si ascolta con piacere.
"Chosen by Re" narra le gesta del Faraone Ramses, è la canzone più lunga, dalla durata di sette minuti, incomincia in maniera piuttosto operistica poi mantiene per tutta la durata essenza epica, ed interessanti cambi di tempo, riff in stile orientale, e chorus atmosferici.
La Title track, così come Vizier è una canzone che si lascia ascoltare senza tanti problemi, ma analogamente non se ne ricava niente di buono o speciale nel suo ascolto. Interessantissima, invece, l'ultima traccia speciale, molto melodica e bella con fantastici riff e assoli di Hammond.
E' giusto che gli appassionati degli Stratovarius sappiano che nella loro discografia la percentuale più alta dell'operato è merito del frontman Tolkki, e quindi è giusto che chi sia interessato alla figura di Kotipelto possa ascoltare qualcosa di veramente suo, come questo singolo.
In generale posso dire che l'album scorre niente male, e le sonorità non sono malvagie, ma così come, per me , ascoltare un album di "Guitar Hero" porta a un pò di stanchezza, lo stesso dicasi di questo cd dove i riflettori sono puntati sulla voce di T. Kotipelto.
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