I Tindersticks ovvero l'arte immobile.

Giunti al loro sesto album in studio, i Tindersticks non cambiano rotta. Prendete uno qualsiasi dei loro lavori, ascoltatelo attentamente, individuate, quindi, le caratteristiche della loro musica.
Gli aggettivi che i più utilizzeranno saranno: cupi, noir, malinconici, romantici, tristi, introspettivi, notturni. Qualcuno dirà mielosi o lagnosi, ma il senso, benché in negativo, sarà lo stesso.

Bene, ora ascoltate "Waiting For The Moon" e vi renderete conto che questi aggettivi non muteranno mai per i Tindersticks. Infatti, di album in album, la loro impronta stilistica non cambia di una virgola, è sempre la stessa.
Per qualcuno può essere un bene. Anzi molti saranno ben lieti di "scoprire" anno dopo anno le stesse sonorità.
Per il sottoscritto, viceversa, tutto ciò può tradursi in noia.

Intendiamoci, con questo non voglio dire che "Waiting For The Moon" sia un disco orrendo. Presenta, comunque, qualche episodio interessante come il parlato di "4.48 Psychosis" o la ballata country "Just A Dog".
Tuttavia, possono benissimo fare a meno di questo disco tutti coloro che hanno già avuto modo in passato di sorbirsi dosi massicce di Tindersticks.

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