Ok, siete su questa de-pagina, e forse vi ho fregato. Dite la verità: avete letto Tinto Brass e subito vi siete precipitati qui per gustarvi una bella recensione tutta culo e tette, e invece vi trovate una locandina vecchiarella e ingiallita, il nome di Alberto Sordi, e nessuna donnina allegra nuda. Oh Mondieu: possibile? State tranquilli, tutto procede per il verso giusto.

Non è un reato non sapere che Tinto Brass, veneto ma non bigotto, dopo essersi laureato a Parigi, entra nel bel mondo del cinema italiano come assistente di Roberto Rossellini, dal quale impara vizi e virtù dell'ars cinematografica, tanto da divenire in breve tempo uno dei registi più originali e controcorrente del panorama nostrano. Il suo esordio è "Chi lavora è perduto", una pellicola addirittura sociale, ai più sconosciuta, molto famosa negli ambienti delle cineteche. Brass sembra agitarsi continuamente tra i fantasmi del suo Maestro, Rossellini, e le psicologie alla Jean-Luc Godard, ma con un piglio meno autoriale, più beffardo, più anarchico.
Il suo vero colpo di genio è però "Il disco volante", altro film poco conosciuto (non credo esista più in commercio, ma scaricandolo si può facilmente reperire, anche se non è onesto, e bla... bla.. bla...), anche perchè, il ragazzo americano Steven Spielberg deve essersi studiato per benino questo film, visto che in pratica è un ET fatto in Italia, con pochi mezzi e molta originalitò, trent'anni prima del ben più famoso "fratello" americano. Ebbene sì, questo film è una storiella che parla di alieni, dischi volanti (come, per l'appunto, suggerisce il titolo), madri e figli trasportati su mondi interspaziali, marziani, ma lo sfondo non è quello tranquillo e borghese delle cittadine americane, bensì quello un pò ignorante e profondamente contadino della più bassa provincia veneta. Ufo e alieni made in Treviso, per la precisione Asolo.

La storia è esilissima, quasi sciocca: un disco volante cade in una tranquilla cittadina del Nord Italia, la polizia attiva le indagini e tutti dicono di avere visto qualcosa ma di non sapere che cosa esattamente. Una contadina riesce però a catturare addirittura un extraterrestre e lo vende all'effeminato e pervertito conte Crosara. La madre del conte, una specie di mamma alla "Psycho" ma in carne e ossa, ammazza l'alieno, accusa la donna che glielo ha portato in casa, e manda il figlio al manicomio. E tutti i cittadini, piano piano, finiranno al manicomio, con esiti più o meno comici.
Un film di fantascienza appunto, ma anche una commedia, e perchè no?, anche una satira sociale, mirata e cattiva, feroce nel prendere in giro gli ingenui abitanti di Asolo, divisi fra scettici, impulsivi, creduloni, e persino mentalmente malati. Non proprio rassicurante come ritrattino sociologico! Detto questo, il film fa anche ridere, sono parecchi i momenti autenticamente comici (le sconclusionate elucubrazioni del brigadiere dei carabinieri), ed è da sottolineare la straordinaria prova d'attore di Alberto Sordi, impegnato in quattro ruoli, tutti diversi tra loro, eppure magnificamente tratteggiati, il brigadiere Berruti, il conte Crosara, il sempre alticcio Don Giuseppe (che dice di avere visto il marziano, e in fondo Brass tinge l'opera con sfumatura cristologiche neanche così banali o scontate), e il ragioniere tuttofare Dario Marsicano.
Racconterà Sordi quasi trent'anni dopo l'uscita del film (che ottenne, è bene ricordarlo, un deludente riscontro da parte del pubblico): "Il problema è che Brass era un regista troppo originale, geniale ma anche un pò folle, e il film fu girato in fretta per ragioni di uscita natalizia: se fosse stato diretto in modo tradizionale, da un artigiano del cinema, sarebbe tra i miei più belli".

In sede di sceneggiatura quel fenomeno di Rodolfo Sonego, che nonostante vari intoppi di lavorazione, riuscirà a mettere insieme una storiellina non particolarmente memorabile, ma perlomeno un pò più che interessante.

Questo "Il disco volante" è veramente un qualcosa di storico, un qualcosa che se fosse stato girato in America si sarebbe definito "underground", e peccato che oggi quasi nessuna lo conosca più. Andrebbe riscoperto, ristudiato, ma temo che ormai sia troppo tardi. Se prima di scaricarlo volete valutare qualche sequenza, Youtube è tutto ciò che fa per voi, cominciate qua se vi va.

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