Prendete un cd, si, uno qualunque. Magari uno a cui non tenete molto, che ne so, "Tomb of Mutilated" dei Cannibal Corpse che, ora che abbiamo una certa età possiamo dirlo, faceva proprio schifo. Fatto? Ok, ora rigatelo con il vostro ombrellino da cocktail preferito, immergetelo nello champagne e infine caramellatelo. Fatto? ok. Ora buttatelo perché non solo ormai è inutilizzabile ma neanche centra nulla coi Tipsy.
I Tipsy sono un duo space luonge pieno di citazioni zuccherose e lounge. Considerando che sono un duo maschile, considerando il genere di musica che fanno e il fatto che sono di San Francisco mi fa sospettare che i due se la intendano pure, che insomma siano gay ma questa, lo ammetto, è una digressione alquanto sterile (ecco, ehm). Certo, io la loro musica la metterei senza dubbio in un montaggio con le migliori scene di Will & Grace. Se fossero gay sarebbero proprio quel tipo esatto di gay, alla Jack McFarland per intenderci. Stucchevole e divertente, innocuo e inverosimile.
A parte ciò (mi sa che ho già sprecato parecchi caratteri per nulla) i Tipsy ci sanno fare. Sul serio. Sono rilassanti e divertenti. Sono l'ideale da mettere se dovete passare una serata tra amici e avete bisogno di un sottofondo morbido che non disturbi troppo le bevute e le risate. Easy listening appunto.
Che poi, mi sono sempre chiesto, deve esser frustrante fare musica che, per definizione, non deve esser ascoltata, no? Dio mio, ma chi aspira a fare musica da ascensore? Ecco perché non mi va di definire così i Tipsy, cioè compositori per cessi d'aereoporto, è davvero riduttivo, qui c'è molto di più. Troviamo molta elettronica, molte atmosfere cinematografiche tipiche delle spy-story anni 60 e di quel certo cinema con le immagini sgranate che si sapeva ritagliare pure qualche scena piccante. Case arredate in pieno stile retrofuturista, piene di pouf dove sedersi e telefoni Ericofon fallici con il disco dei numeri sotto il manico. capito? Il suono dei Tipsy è puro design modernariato, vintage, sempre molto fresco e intelligente, è carico, pieno, sciropposo, con tante basi, synth ma pure chitarre con riverberi lunghi secoli, fiati, xilofoni, passaggi jazz e via dicendo.
E' musica che ti anestetizza e inchioda, che se stai seduto ad ascoltarla dopo un pò ti ritrovi a immaginarti nella Russia degli anni 60 come agente sottocopertura che si infiltra nell'alta società di Mosca e frequenta esclusivi party e bellissime russe al solo scopo di rubare un fantomatico microchip per poi portarlo su Giove a bordo di una navicella rosa con una tutina in plexiglass adosso e le olive di Martini che galleggiano nell'aria.
O magari semplicemente ti addormenti.
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