Band: TIROMANCINO
Album: "INSISTO"
Anno: 1994
Tracklist:
1) Insisto
2) Quel che non si conosce
3) Quattro barche, grandi nere
4) Il mio amico misterioso (Alfredo)
5) Il prete confessore
6) Meglio dormirci su
7) Anatema
8) Mare di guai
9) Voglio
10) Nell'ipotesi di un guasto nucleare
11) Come fare
12) Specchio
Al giorno d'oggi pensiamo ai Tiromancino come una band pop/softrock poetica, dolce, onirica e commerciale quanto basta per farsi piacere con eleganza al grande pubblico in generale, sia quello che frequenta festival indipendenti come il Tora! Tora! Festival, sia quello che ama Festivalbar, ovvero chi non ascolta un album ma solo il singolo che viene spinto in radio e non ha quindi gusti musicali ben definiti.
Eppure i Tiromancino, i delicati Tiromancino, hanno militato un sacco di tempo nello scenario del rock underground italiano; prima del boom commerciale che ebbero con "La descrizione di un attimo", sfornarono ben quattro album: "Tiromancino" (disco volutamente introvabile, descritto dallo stesso Federico come uno dei 5 dischi più brutti nella storia dell'umanità) datato 1992, "Insisto" datato 1994, "Alone alieno" datato 1995 e "Rosa spinto" datato 1997. Allora, se me lo permettete, fatemi fare un passo indietro di ben 12 anni che vado a recensire il primo, per il pubblico, il secondo, per i nostalgici, album dei Tiromancino.
Iniziamo col dire che per ascoltare questo album bisognerebbe, inanzitutto, essere un pò pazzi già di per se, giusto per riuscire a bere meglio il succo che questo lavoro ci offre, senza neanche tanta spavalderia. Avete letto la tracklist ? Bene, quindi avrete sicuramente capito che qualcosa che non va c'è?! Io appena lessi "Nell'ipotesi di un guasto nucleare" presi il borsello, mi diressi alla cassa, pagai l'album trovato in un cesto delle offertissime, mi fiondai a casa, feci le scale quattro a quattro, aprii la porta, misi "Insisto" nel lettore cd e mi preparai, giusto quei due secondi per farlo caricare dopo aver pigiato play, a qualcosa di sicuramente diverso rispetto a ciò che oggi i Tiromancino ci propongono! Oh... era veramente qualcosa di diverso, ma che dico?! Qualcosa di troppo diverso!
Indie poprock sperimentale psicadelico, parole a metà tra quelle che possiamo trovare in un testo di Battiato o in una poesia di un poeta strafatto di oppio, Federico canta come un folle, nel vero senso della parola, con la sua voce fievole e delicata ma rock quando serve, come in questo caso. Le tracce che mi colpirono, come un palla di cannone in pieno stomaco, sono tante e tra queste troviamo "Insisto", brano che, oltre a dare il nome all'intero lavoro, funge anche come brano d'apertura: un reverse di chitarre semiscordate, sicuramente estrapolate da una jam session in studio, introducono un tappeto sonoro fatto di chitarre distorte, feedback, batteria semi-grunge e sinth del tutto fuoriluogo ma efficacissimi per creare una vera e propria atmosfera psicadelica, stile Marlene Kuntz per intenderci, molto "Festa mesta"!
La traccia numero quattro, "Il mio amico misterioso (Alfredo)", parla della necessità di crearsi un amico immaginario ("volevano convincermi che non esisti, ho ucciso a martellate i miei psicanalisti") per difendersi dalla solutudine o per non sentirsi mai contradetti ("il mio amico misterioso, Alfredo, odia tutti mortalmente, ed io lo seguo!"), sonorità stile anni '70, soprattutto nel ritornello, non male!
"Anatema" è forse la canzone più tiromancinesca di "Insisto"; il brano si apre con un intro di pianoforte, chitarra acustica e basso che fa veramente rabbrividire, finalmente la voce di Federico, rigorosamente in falsetto, riesce a trovare la sua vera dimensione, ovvero, quella che faticava a trovare nelle altre come ad esempio in "Quello che non si conosce", troppo preso a copiare Battiato; in "Anatema" invece tutto fila liscio tant'è che il ritornello finirà per convolgervi letteralmente e forse vi ritroverete a cantarlo nelle sere color apatia... forte il testo epico leggendario in stile Branduardi! Se il brano numero nove, "Voglio", fosse uscito come singolo sarebbe, quasi sicuramente, stato ricordato come una hit dell'estate '94; un pop/rock orecchiabilmente nonsense.
"Specchio" è una canzone stranissima, Federico sembra voler imitare a tutti i costi la voce di Enrico Ruggeri (presa per il culo?); la parte strumentale è folle: inizia con un battito di mani che introduce un pianoforte accompagnato in sottosotto da una chitarra elettrica distorta, il tutto sfocia in una mazurka rock da Sagra del Vino e si conclude con un misto di feedback, distorsioni varie e smanipolizzazioni varie attuate su un sinth! Ascoltare per credere!
Tiro(mancino) le conclusioni... ho citato solo le canzoni più interessanti, il resto di esse non sono male ma rincorrono un pò troppo lo steriotipo dell'indie-rock alternativo a tutti costi, genere vocalmente non adatto a un cantante come Federico: il fatto della voce che a volte non mi convince, insieme al fatto che tutto il lavoro mi sembra un pò troppo acerbo, sono i motivi per cui ho dato tre stelle a questo disco. Peccato, lo so, le idee c'erano ed erano buone ma purtroppo alla fine risultano confuse e, alcune, si perdono nello sperimentale fatto per seguire una moda!
Non male comunque come inizio, non male...
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