Cucarachas fumando marjuana.

Ci sono luoghi che più di altri hanno ispirato celebri scrittori, registi e sceneggiatori in cerca di magici e suggestivi panorami che potessero parlare per loro e perfino pittori alla ricerca di colori nuovi che potessero arricchire la propria tavolozza. Anche la musica non fa eccezione e trova qui in questa terra di confine il giusto habitat per i racconti surreali di Tito & Tarantula.Qui tra il sud della California e il Messico si muovono a proprio agio Tito Larriva, vero e proprio trascinatore abbigliato come un pistolero in occhiali da sole, i fidati tirapiedi Peter Atanasoff (chitarra solista) e tale Hernandez (batteria e percussioni) con l'aggiunta di una bassista in gonnella che pare Tura Satana.                                      

Non esattamente quattro con cui sedersi al tavolo da gioco.

Questo disco di debutto, anno 1997, è un mezzo capolavoro. Basta guardare le loro facce e basta ascoltare la loro musica.

Quasi impossibili da catalogare, suonano come nessun altro. Come se in un improbabile crocevia si trovassero di fronte da una parte il rock sudista e il blues sanguigno del sud degli Stati Uniti con in più quella malinconia che certe chitarre chicane sanno evocare e dall'altra un anima più hard e ancora più sporca se possibile; il tutto condito dalla voce inconfondibile di Tito Larriva che conferisce a suo piacimento atmosfere dark e romantiche senza nessuna fatica.

Portati alla ribalta da Robert Rodriguez grazie alle musiche e alle comparsate per Dal Tramonto All'Alba, (quelli che suonano al Titty Twister e che si trasformano in vampiri sono proprio loro) e Desperado (qui il solo Tito) non hanno purtroppo mai sfondato veramente e questo li rende ancora di più (se mai ce ne fosse bisogno) gruppo di culto.

Prodotto a quattro mani da Tito e dallo stesso Rodriguez, questo "Tarantism" è una colonna sonora tex-mex per una scorribanda nel deserto messicano e l'esatta trasposizione sonora per i film del regista ormai braccio destro di Tarantino. Rodriguez ha fiutato l'immenso talento di questo gruppo unico nel suo genere. Unico per attitudine ma soprattutto per il suono che hanno; un vero marchio di fabbrica riconducibile a nessun altro.

Dieci pezzi fatti apposta per lasciarsi andare, per agitarsi in balli sfrenati "Angry Cockroaches" su tutte, oppure per fare una siesta facendosi dondolare da un amaca "Flying In My Sleep". "After Dark" con la chitarra solista di Atanasoff (in evidenza su tutto il disco) ci introduce grazie ad una grande atmosfera in questo viaggio musicale.

Mi guardo intorno e capisco già di trovarmi mio malgrado in un posto pericoloso, mi lascio trasportare dalla voce sinuosa e speziata di Tito e mi ritrovo appoggiato ad un bancone sudicio sorseggiando whiskey e tequila della peggior qualità. Nelle orecchie "Smiling Karen" e "Slippin'& Slidin'" dove tradizione southern, blues elettrico e chitarre slide si scontrano coinvolgendoti fin da subito. Come è successo a me, ascoltando "Tarantism" vi troverete a schivare pallottole e sgabelli lanciati a mezz'aria da contrabbandieri tatuati, cantando <<Don't Look Back, Don't Look Back...!!.>>, mentre suoni puliti alla SRV si mescolano al texas bogie dei migliori ZZ-TOP.  Per darvi l'idea dello stato d'animo che si prova ascoltando questa manciata di canzoni (citando lo stesso Tito) si potrebbe dire "if I am nearer to heaven or one step closer to hell". Ne rimani ammagliato ma allo stesso tempo hai paura temendo che qualcosa di sinistro possa accadere.

Le canzoni di Tito narrano di perdenti, di gente senza scrupoli, di loschi traffici, di segreti portati nella tomba ma anche di amori e passioni travolgenti visti sempre dalla sua prospettiva. Quindi per ogni mazzo di rose o per ogni notte d'amore sappiate che qualcuno avrà pagato il giusto prezzo fatto di cicatrici  e lacrime versate.

Che siano splendide ballate mariachi ("Sweet Cycle"e "Back To The House")o blues infernali ("Jupiter") Tito lo fa a modo suo servendosi di chitarre in salsa guacamole e la sua voce che assume veramente mille forme: dolce, sognante, sussurrata e un attimo dopo sporca il timbro diventando  roca e senti quasi l'odore di mescal uscire dalla bocca e riempire l'aria.

In definitiva, questo disco metterà d'accordo tanta gente, molti dai gusti diversi si troveranno seduti al medesimo bancone tra nuvole di tabacco, rapiti da quelle chitarre che vi faranno dire <<hombre otra cerveza...>>.

Mentre le note finali di "Killing Just For Fun" risuonano nell'aria mischiandosi alla polvere rossa alzata dai miei stivali; mi affretto di buon passo procedendo verso il confine californiano pensando che anche questa volta ho portato a casa la pelle. Giuro che questa è l'ultima ...si,si.

Intanto, mentre cerco un po' d'ombra e mi tiro su le braghe sudate mi viene in mente che me ne sono andato senza pagare. Non credo sia una bella pensata avere dei debiti con gente di quel tipo in una terra di confine.... Dovrei tornare, si ma non ora.

Il sole sta calando, si sta facendo buio... e non si sa mai.

Adios.

Il parere del Commendator Bossolazzi :

<< Quattrodimazzo e una scopa cinque!.....Nespole ovviamente>>.

Carico i commenti...  con calma