Uff! cercare di riabilitare Tiziano Ferro su DeBaser. Ma chi me lo fa fare? Prima che mi piova addosso l'inevitabile cascata di uno cerco subito di arruffianarmi i numerosissimi detrattori dicendo che "l'amore è una cosa semplice" non è il disco migliore di Tiziano. Ha anche un titolo piuttosto bruttino. È poco omogeneo, ci sono alcuni pezzi deboli ("Smeraldo", "Ma so proteggerti"). Le liriche non sono sempre eccezionali.

Eppure. Eppure il quinto disco del cantautore di Latina va premiato per l'ambizione racchiusa nella tracklist: quel voler cercare di legare alto e easy pop pur continuando a parlare ai quindicenni  e suggerendo qua e là un po' di noble-soul americano misto a cose più accessibili.

Credetemi: ascoltare un forum di Assago pieno di ragazzine intonare dall'inizio alla fine un pezzone come "hai delle isole negli occhi" fa una certa impressione. Si perché qui siamo su territori parecchio inusuali per il bimbominkja-tipo. Si parla di modern soul à la Maxwell con un filino di Baduizm. Mica pizza e fichi. Certo, pezzi così li aveva proposti anche nei primi dischi (mi ricordo "il bimbo dentro") ma ora Tiziano ha capito come scrollarsi di dosso gli stilemi compositvi della tipica-canzone-italiana-con-sfumature-soul. Metti un testo inglese a "isole" e fallo cantare a D'Angelo (non Nino) e poi ditemi. Ovviamente fra una jazzata ("quiero vivir con vos") e una bossa ("TVM") sono le italo-ballad a far da padrone in questo disco: "Troppo buono", "La fine", e soprattutto la strugge-vole "L'ultima notte al mondo", confermano la preziosa abilità di TZN di creare melodie coinvolgenti.

Infine, lui, per quanto la sua musica possa non piacere, è un ragazzo adorabile e nelle sue canzoni sento molta "verità", sebbene non tratti di massimi sistemi. Ecco: scusate se a volte mi accontento della verità.

Ora: che si proceda col massacro!

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