Quando pensi che una band non possa spingersi oltre un certo tipo di iper-violenza, e derivativo lerciume, ci pensa Steve Austin a farti capire che non hai capito un cazzo e che pensi a sproposito. E anche il nuovo disco della creatura (infernale di certo) Today Is The Day è dolore dritto sulle gengive. Gengive che sanguinano, mentre gli strumenti spaccano i timpani.
La filastrocca di "Expectations Exceed Reality" apre le porte di questo kindergarten per psicopatici, Steve conta, e l'odio ribolle dietro i denti fino ad esplodere in singulti di urla clippate e chitarre devastocratiche, per poi aprirsi in una nenia dal sapore quasi melodico, velenoso e psicotropo. "Death Curse" è solo male, con un riff che sfocia nel blackmetal, e con bordate di chitarra ribassata su urla che vomitano odio su blasbeats impazziti, una costruzione simile ad un castello fatto di dolore. I quasi 7 minuti della title track sono l'apice della malattia, la dinamica sale e scende su una voce quasi sussurrata, per esplodere nel blues'n'death'n'roll del finale, dove note acidissime di voce torturano le orecchie. C'è qualcosa di industriale in "Wheelin'", c'è una chitarra al limite del sintetico, c'è un hi-hat continuo che sembra programmato, c'è il dna dei Ministry, e ci sono le caustiche staffilettate vocali, e cori punk-hc finali. "Remember To Forget" è una ballata voodoo che sale da una cantina abbandonata, arpeggi di acidadolcezza lancinano l'anima assieme alla sgraziatezza della voce che si insinua sotto pelle, come un rettile di ossidiana, fino a trovare un'uscita nella luce grigia di un cielo fatto di melodie astratte di rumore splendido. I riflessi di rock polveroso "illuminano" "This Is You", con una chitarra pulita sporcata solo dalla malinconia del deserto. Il finale è con harakiri. Giusto finale per giusta morte per giusta sovraesposizione al dolore.
This machine kills everybody.
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