Strana creatura quella dei Today Is The Day se parliamo di metal estremo.
“Supernova” album di debutto della band (anno di uscita 1993) è un fottuto concentrato di grindcore imbastardito col noise e il post-hardcore, vedi tracce come l’iniziale “Black Dahlia” o la successiva “6 Dementia Satyr” dove si nota il genio e le fondamenta per un genere di musica inusuale e che ha una veste tutta sua, una band unica a mio parere. “Silver Tongue” mostra i muscoli da subito essendo un marcio pezzo grindcore ma con una sua particolare rilettura contorta e per certi versi a tratti melodica, ma prendete melodia per quello che può significare in senso lato, qua si parla di malattia vera e propria, cronica. Un odio viscerale e profondo verso il mainstream ritenuto come commerciale e fuori luogo, vedi la quarta traccia del platter “Blind Man At The Mystic Lake” con quella sua introduzione da fuori di testa davvero straniante e allucinata nel suo essere noise.
Con “Adult World” si ricomincia a pestare grindcore-death malsano, contorto e lugubre con accenni di melodia davvero malata e pestifera. E’ come ascoltare la musica del diavolo. A metà pezzo un giro di basso distorto invoca le urla laceranti del cantante/chitarrista Steve Austin per poi terminare. Questa musica è da pazzi e miscredenti. “The Begging” è uno strumentale ambient-noise mentre “The Kick Inside” è un brano post-hardcore sempre venato di grind che fa il giusto casino, ma un casino ordinato e ragionato lungo i suoi quasi 6 minuti di durata, il finale è noise allo stato puro con pecore che belano, carillon infernali che suonano e ogni sorta di amenità folle. “Goose is Cooked” ( 6’27’’ di durata) inizia con le urla di Austin, parte lenta per poi rallentare lentamente ancor di più come in una sorta di gara a chi resiste di più alla pazzia di quest’uomo e dei suoi compagni di sventura. “Timeless” è un noise di 40 secondi, un intermezzo che introduce “Rise” uno dei pezzi più trascinanti del lotto con quel suo saliscendi emotivo dettato dalla parte strumentale e dalle vocals urlate del singer, un vero gioiello di intransigenza sonora.
“The Guilt Barber” è un pezzo noise di 2 minuti che fa da intermezzo a “Self Portrait” uno strumentale di quasi 10 minuti che nulla toglie e nulla aggiunge alla totale pazzia dell’album, un pezzo dai tratti rumoristici con le sue continue rullate, fino a metà pezzo quando parte uno strano riff heavy metal trainato da basso e dalla batteria, rumorismo a go-go non c’è che dire. E dopo un minuto di silenzio “Bonus Track” è una presa per il culo di quattro secondi dove c’è un urlo di Austin. Qui si chiudono 53 minuti che passeranno alla storia per essere il primo vagito della creatura Today Is The Day, una creatura folle nella sua misoginia ancora da sgrezzare e i capolavori come “Temple Of The Morning Star” o “In The Eyes Of God” sono ancora lontani.
Comunque questo resta un signor album e se lo si sente per tutta la sua durata ha pure una sua malsana logica. Quella di fare tanto ma tanto rumore.
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