Oook. Date subito un'occhiata alla copertina di questo disco per capire di che cosa stiamo parlando. Ecco qui che abbiamo quel vecchio bastardo di Jack Burton (Kurt Russell) del film 'Big Trouble In Little China' di John Carpenter che scappa da tutta una serie di demoni e mostri cinesi e poi ci sono dei ninja che gli sparano addosso con delle pistole e c'è un dragone e lui sta portando sulle sue spalle una ragazza, 'La femme chinoise' con gli occhi verdi e a cui hanno dedicato probabilmente una canzone anche gli Yellow Magic Orchestra nel loro disco pubblicato nel lontano novembre del 1978 e...

Insomma, lo sapete che cosa dice il vecchio Jack Burton nelle serate buie e tempestose. Quando i fulmini lampeggiano, i tuoni rimbombano e la pioggia viene giù in gocce pesanti come piombo. Basta che vi ricordiate quello che fa il vecchio Jack Burton. Quando dal cielo arrivano frecce sotto forma di pioggia e i tuoni fanno tremare i pilastri del cielo. In situazioni come queste, il vecchio Jack Burton guarda il ciclone scatenato proprio nell'occhio e gli dice qualche cosa tipo, 'Mena il tuo colpo più duro, amico. Non mi fai paura.'

Ancora. C'è un momento, alla fine del film, quando i nostri eroi hanno finalmente vinto la loro battaglia contro Lo-Pan e hanno sconfitto le demoniache forze dell'oscurità, in cui Jack Barton chiede al vecchio Egg-Shen se non sia il caso di prendersi una vacanza dopo tutto questo e allora gli dice, 'Perché non in Cina? Potresti ritornare a casa...' E lui gli risponde, guardandolo al solito di sbieco e con quell'occhiata tanto stupida quando infinitamente saggia, 'Ritornare in Cina, dici? No. Non ne ho bisogno. Ci sono già stato e la porto sempre con me dovunque io vada.'

Ecco qui. Che cosa sapete dell'estremo oriente. Voglio dire, che cosa sapete veramente dell'estremo oriente. Siete mai stati in Cina? Siete mai stati in Giappone, India, Afghanistan oppure in una delle due Coree? Probabilmente no. Io comunque non ci sono stato e chi lo sa se mai ci andrò. Comunque sicuramente la maggior parte di noi si è fatta dapprincipio e sin dalla più giovane età un'idea di questi posti, che per dire la verità sono ciascuno differente dagli altri e che presentano ognuno al proprio interno tante e variegate differenze e diverse realtà e tradizioni culturali, attraverso le massime espressioni popolari del mondo del cinema e della musica. Se non dai fumetti, ma questo probabilmente vale più per una generazione che è successiva alla mia, anche se alla fine, per dire, robottoni tipo Mazinga e cose del genere c'erano già prima che io nascessi, quindi... In ogni caso sappiamo qualche cosa sugli antichi demoni cinesi e sulle loro tradizioni religiosi e culturali e in modo particolare sappiamo tutto sul kung-fu grazie a Bruce Lee e al cinema d'azione e, diciamolo chiaramente, non ce ne frega veramente un cazzo se alla fine vi siano oppure no delle differenze tra un paese e l'altro. La verità è che tutto sommato non ce ne frega un cazzo se vi siano oppure no delle differenze ad esempio tra un cinese e un giapponese e badate che queste due nazioni si odiano e molto più di quanto ad esempio a voi potrebbero stare sul cazzo i francesi oppure i tedeschi. Ecco facciamo i tedeschi perché in fondo i francesi a me stanno simpatici. Ma naturalmente questo è un discorso per nulla serio e che non ha nessuna pretesa di avere qualche fondamento di tipo culturale. La verità è che voglio semplicemente parlare di kung-fu e di karate e mi interessa solo di Bruce Lee, Jackie Chan e di Lo-Pan e delle maledette tre bufere.

Stiamo parlando di qualche cosa che in fondo non ha nessuna valenza sul piano culturale vero e proprio se vogliamo parlare di quelle che sono le tradizioni culturali di questi paesi. Stiamo parlando di un immaginario culturale ideale, un mondo immaginario e nel quale sarebbe poi praticamente ambientato questo ultimo disco pubblicato da Todd Terje. 'The Big Cover-Up EP' (Olsen Records) registrato da Todd in compagnia della sua live band, The Olsens, è praticamente un omaggio a questo tipo di subcultura popolare e in qualche modo ingenua e che non ha una rilevanza culturale vera e propria se non nel suo essere appunto qualche cosa di non vero, una specie di fiction, come del resto potrebbe essere lo stesso Far West.

Se conoscete già Todd Terje ovviamente non ci troverete nulla di strano in tutto questo. Lo sapete che non dovete aspettarvi nulla di serio da quest'uomo. Il musicista e dj norvegese, che ha rilasciato un paio di anni fa quel grande disco che poi si intitola semplicemente 'It's Album Time' (ascoltatelo se non lo avete già fatto), è lontanissimo da essere un genio e da avere qualsiasi pretesa di poter essere accostato a qualche cosa del genere. La sua musica si caratterizza oltre che per un certo retrogusto vintage in bilico tra il kitsch e sonorità catchy da revival della discomusic e per un approccio tipicamente ironico e che qui lo vede alle prese con delle cover di artisti come Yellow Magic Orchestra, Martin Circus, Boney M. e Vangelis. Nel disco ci sono anche dei remix delle tracce di Dan Taylor, Prins Thomas e Oyving Morken, che ne arricchiscono il concenuto, ma in pratica il concept principale dell'intera opera è tutto dedicato a quel fantastico mondo immaginario. L'intero EP è un omaggio all'estremo oriente e come questo potrebbe essere visto, come questo viene visto secondo gli occhi di un dj norvegese tanto ironico quanto appassionato allo stesso tempo di musica elettronica e di film d'azione. Se non si tratta allora esattamente di un documentario culturale, lo si può sicuramente considerare come qualche cosa che vada bene per l'intrattenimento e per un bel po' di sano relax da piscina e occhiali da sole.

Che vi devo dire, ragazzi, esplosioni verdi, gente che entra e esce volando... È la Cina, amici. E la Cina è qui. Adesso.

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