Solitamente sul Deb si parla di Album, che siano in studio o live.
Perciò voi avrete schiacciato su questa recensione, come se fosse un'analisi, o racconto, di "Long Way Down" di Tom Odell.
Per carità, il disco ha brani molto belli come "Heal" o "Can't Pretend";
In questo caso però sento il bisogno di concentrarmi su un brano che dal 2012 è fisso nella mia playlist, in quanto ad ogni ascolto rivela parti di sé che precedentemente erano ben nascoste, e che è la colonna portante dell'album, della carriera di Tom, ma anche della mia intera vita.
""Another Love" racconta la paura di amare in seguito ad un amore così tragico e deludente, che ogni altra forma d'affetto diventa insignificante.
Le chiavi di lettura tuttavia sono tantissime.
Non sempre la paura di amare nasce da una
delusione precedente, molte volte nasce da una mancanza, star male con sé stessi a tal punto da temere di far del male a chi vi sta affianco.
L'incertezza provoca un senso di vuoto, di apatia.
È straziante voler provare a dare affetto a qualcun altro ma venir bloccati dalla paura di sé stessi.
"Voglio portarti da qualche parte per dimostrati che mi importa
Ma fa così freddo e non saprei dove
Così ti porto dei narcisi con uno spago
Ma non fioriranno come hanno fatto l'ultima
primavera.
Voglio baciarti e farti sentire bene
Ma sono così stanco di condividere le mie notti.
Voglio piangere e voglio amare
ma ho esaurito tutte le mie lacrime
Per un altro amore, un altro amore"
Siamo tutti d'accordo riguardo al potere superbo chehanno le parole, è giusto però osservare come queste dipendano anche da come vengono esposte, narrate.
La magia di "Another Love" è racchiusa in questo concetto, la narrazione.
Odell, le fa vivere grazie alla voce malinconica e straziata, non è una cosa scontata. Tantissimi brani hanno significati profondi e fantastici ma vengono cantati senza sentimento, senza coinvolgimento emotivo e di conseguenza questo non può essere
trasmesso all'ascoltatore che, nonostante le belle parole, non vivrà mai ciò che viene raccontato.
Odell lo fa, ti immerge nel suo fiume di lacrime e ti fa riflettere su quanto, alla fine, tutti siamo un po soli e vorremmo sempre viaggiare in due, non si sa dove, ma cullati da accordi di pianoforte sognanti, anche un po malinconici, in grado di farci commuovere di fronte alla bellezza complessa delle emozioni."
Questa recensione la scrissi per allenamento circa 4 anni fa e l'ho tenuta per me perché riguarda un brano, non un album, ma soprattutto riguarda la canzone per me più importante.
Qualche giorno fa però ho avuto la fortuna di andare al concerto di Tom a Milano e sono rimasto profondamente colpito, tanto da ricordarmi di queste vecchie righe scritte da un sedicenne.
"Another love" non la ricordo al concerto, ricordo solo che tutti erano col telefono, pronti a riprendere il momento. Io invece mi sono abbracciato con la mia migliore amica e abbiamo cantato a squarciagola, come se la voce non ci servisse più a nulla nei giorni a venire, perciò ricordo solo le sensazioni, la gente che non solo cantava, ma buttava fuori tutta la merda che aveva dentro attraverso la voce. Ognuno, urlando, raccontava la sua vita a tutti in modo pubblico e liberatorio, io in primis. Per il resto non ho ricordi visivi.
Il concerto in generale è stato un momento magico, tom riesce a coniugare dolcezza, riflessione, ma anche carica, energia e rabbia... un'esperienza davvero piena e completa.
Questo perché ha una voce polivalente con cui riesce a trasmettere qualsiasi cosa voglia in qualsiasi modo voglia.
So che non ho recensito l'album, però a volte ci sono artisti che dentro i limiti delle etichette e delle copertine non ci sanno stare e Tom è uno di quelli.
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