"Love & Fear" del 2006 è un capitolo a parte della discografia di Tom Russell: il primo album composto interamente da inediti dopo lo spettacolare "Borderland" del 2001 è un disco che accantona le atmosfere western dei suoi predecessori in favore di un rock cantautorale intenso ed introspettivo. Come è possibile intuire dal titolo, "Love & Fear" è un album che parla di amore ed altri sentimenti, rinunciando anche allo storytelling da sempre marchio di fabbrica ed indiscusso punto di forza del cantautore nativo di Los Angeles in favore di testi più personali e meditativi, offrendo undici momenti di grande musica d'autore, di qualità eccelsa sotto tutti i punti di vista: il grandissimo colpo di coda di un artista maturo ma ancora, più che mai ispirato.
L'album inizia con "The Pugilist At 59", un solido ed intenso blues-rock midtempo scandito dalla chitarra del sempre ottimo Andrew Hardin, in cui affiora la disillusione di una vita sfiorita in un susseguirsi di sconfitte ed ambizioni frustrate, canzone che trova la sua naturale confluenza nel brano simbolo di "Love & Fear", ovvero i quasi sette minuti di "Beautiful Trouble": qui Tom Russell canta con una tonalità particolarmente bassa e rauca, quasi un Leonard Cohen con un po' del pathos sporco di Tom Waits, e conferisce un ulteriore tocco di profondità e sofferenza a questo blues lento, fumoso ed ipnotico, una canzone di rara bellezza, nobilitata da uno dei testi più profondi ed introspettivi mai scritti da Russell, una riflessione dolente e poetica sui sentimenti e le conseguenze a cui possono portare: amore e paura raccontati con sublime piglio letterario e poetico.
In un album come "Love And Fear" non mancano ballate di stuggente bellezza: le migliori sono "The Sound Of One Heart Breaking", capolavoro di melodia e delicatezza scritto a quattro mani con Sylvia Fricker-Tyson e un'intesa e sofferta "Stolen Children", che tratta un tema difficile come quello dei bambini sottratti alle proprie famiglie; entrambe le canzoni sono arricchite dal soffice controcanto di Gretchen Peters, brava cantautrice con cui Russell darà vita nel 2009 al bellissimo album "One To The Heart, One To The Head". Gretchen è presente anche nella bella "Ash Wednesday", la ballata più rock ed elettrica dell'album insieme all'intimista "K.C. Violin". Tuttavia, in questo album c'è posto anche per canzoni come il serrato e trascinante rock di "Stealing Electricity", pervasa di un'energia ed un entusiasmo facilmente intuibili e soprattutto un capolavoro come "Four-Chambered Hearts": riff di chitarra rock ‘n' roll mordace per la canzone più politica e tagliente di tutta la carriera di Tom Russell, che declama con una sarcastica invettiva contro una piaga tipicamente americana come le lobby religiose organizzate, con tutte le ipocrisie, la simonia e le falsità ed esse collegate, ed anche una critica più generale ad una società sempre più plastificata e standardizzata, schiava di falsi miti ed incapace di dare un valore ai veri sentimenti.
Se l'apertura di "Love & Fear", con "The Pugilist At 59" e "Beautiful Trouble" era stata magistrale, l'epilogo non è da meno: "All The Fine Young Ladies", carica di sospiri e riflessioni, una dolce poesia di disarmante bellezza e infine "Old Heart", una canzone molto inusuale per Tom Russell, una piano-ballad dalle sfumature jazzy, suadente e crepuscolare, che pone il definitivo suggello sull'ennesimo grande disco made in Tom Russell, l'ultimo pubblicato dalla Hightone prima del passaggio alla Shout! Factory; l'album riesce ad essere riflessivo, a tratti sofferto e sempre profondo e vibrante ma al tempo stesso ammantato da un alone di dolce, sensibile emotività e di eleganza, in poche parole un capolavoro, forse il migliore in assoluto per quanto riguarda la componente lirica e poetica e superiore al raffinato, innovativo ma a tratti stanco successore "Blood And Candle Smoke".
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