Londra, 1972. All’interno del “circus”, vertice dei servizi segreti inglesi, si nasconde una talpa. Almeno questo è ciò che qualcuno crede e che vuole scoprire. Una spia viene uccisa in Ungheria, un’altra, operante a Istambul, viola il protocollo e deve spiegare perché. Un messaggio nella notte. Fascicoli che entrano ed escono. Nomi in codice. Tanti nomi. I russi. Gli Americani. E, nel mezzo, gli inglesi e l’operazione “Strega”. Qualcuno muore, qualcuno parla, qualcuno indaga.

Descrivere nei dettagli l’intreccio de “La Talpa” sarebbe inutile e tedioso, poiché siamo davanti al classico film di spionaggio stile anni 70. Tratto dal romanzo di Carré, qui tutto è anni 70: l’ambientazione, il tema, il ritmo narrativo (lentissimo), la fotografia (con più ombre che luci, proprio come la vicenda), le inquadrature (molti primi piani) e la recitazione. Non esiste nessuna scena action, i protagonisti sono perlopiù burocrati, persone in giacca e cravatta che danzano tra fascicoli, telefoni, telex, incontri al buio e appuntamenti per il tè. Tutto è fermo e composto, soltanto le informazioni corrono. E corrono veloci.
Alfredson ripone la minima cura nei particolari e sottolinea i piccoli gesti (l’accendersi una sigaretta, per esempio) e le piccole cose con estrema attenzione, con il fare di spia, si può dire. Lo stile è molto british ed elegante, sicuramente formale, anche grazie alle importanti interpretazioni di Gary Oldman, Tom Hardy e Colin Firth, bravi a creare personaggi apparentemente impenetrabili e impermeabili alla vita comune, vita che, tuttavia, qua e là affiora inevitabilmente, filtrata con estrema sensibilità e pacatezza dal regista. L’utilizzo del flashback può disorientare lo spettatore che cerca di capire qualcosa della trama, ma, nonostante il nodo sia piuttosto intricato, alla fine si riesce a comprendere praticamente tutto senza che si debba ricorrere alla spiegazione per filo e per segno (come nei prodotti di serie B).

Il film è molto lento (forse addirittura troppo), ma rispolvera un filone andato perduto da vent’anni e lo fa con gusto e qualità regalando due ore che vanno ben oltre il mero intrattenimento.
Per chi ha voglia di immergersi in un rompicapo ben congeniato, "La Talpa" è un film indubbiamente da non perdere, che, secondo il mio parere, nulla ha da invidiare ai capolavori del genere e presto sarà annoverato a pieno merito tra di essi.

Carico i commenti...  con calma