Dopo le uscite come N.A.M.B. e Niagara, Davide Tomat torna in qualità di solista con un album nato da una serie di jam sessions vocal/synth/chitarristiche effettuate con l'ausilio di loopers ed effetti.

Come viene orgogliosamente fatto notare in un comunicato stampa che sottolinea l'attitudine improvvisativa dell'opera, i quasi settanta minuti di 01-06 June sono stati assemblati senza alcun overdub dopo una settimana di registrazioni intense. Ciò premesso si potrebbe immaginare un approccio alla stesura ispirato al jazz. Niente di più sbagliato: l'iteratività delle composizioni non le accosta a Davis e Coltrane bensì alle ricerche degli esploratori post Eno, ambiente sonoro cui vanno a sovrapporsi stratificazioni vocali tra gli Yes e gli Animal Collective.

Ne risulta un album che scansa la logica strofa – bridge – ritornello delegando la manutenzione del livello attentivo a stratagemmi obliqui alla musica, scopo ahimè raggiunto solo in parte: un filo di pianificazione e di perizia nella selezione in più avrebbe infatti giovato alla varietà di un'opera che, nei suoi settanta minuti di durata, ammalia ed annoia in egual misura.

Carico i commenti...  con calma