1) one.
2) two.
3) three.
4) four.
Quattro tracce prive di titolo, per una durata totale di sessanta minuti tondi tondi.
"II", seconda opera (datata 2008) del trio olandese dei Toner Low, riparte da dove il primo omonimo album si era fermato: lo psichedelico buio dettato dai paradisi artificiali di cui compositori e fruitori di quel genere, che risponde al nome di stoner metal, sono frequenti consumatori.
Come nel primo disco richiami ad incubi drone, ipnotici loop di riff megalitici, invocazioni canore degne di un nomade del deserto in adorazione della luna, colorano un incubo psichedelico di nero pece. Rumori provenienti dal subconscio tossico, energia cosmica che si trasforma in onde sonore; musica solida come marmo che scolpisce nella mente centinaia di immagini astratte. E' impossibile spiegare a parole la "metal-lisergicità" di questi tre fungo-dipendenti. L' alcool, le droghe, gli psicofarmaci, utilizzati come strumento di amplificazione degli stati percettivi qui si piegano in funzione del suono, alla ricerca di un mondo alternativo, di un universo parallelo, in cui le regole del dinamismo dei corpi, e delle radiazioni luminose vengono direttamente dettate dalla psiche del individuo. Le luci saranno così nere perché saremo noi ad essere neri. I suoni così pesanti a causa del nostro esplorare nuovi orizzonti multicolori. Una corsa a perdifiato nel lato oscuro della psiche sensoriale che lascia agonizzanti, sdraiati al suolo con il cervello in qualche altro sogno e con l' LSD che schizza fuori dalle orecchie in fontanelle più nere del petrolio.
Ascoltare questo viaggio ultrasensoriale, è come correre nudi a 300KM/H e andare a vaporizzarsi contro un carro armato.
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