Se cercate l'ascolto di una voce che vi emozioni, vi penetri fino al midollo delle ossa, vi tagli in due: ecco penso proprio l'abbiate trovata, per lo meno questo è l'effetto che fece a me nei primi ascolti, ed anche in seguito, la cantante californiana Toni Child.
Toni aveva debuttato, quasi per caso e poco più che ventenne nei Berlin, dovendo sostituire la cantante titolare Terri Nunn. In seguito, molte collaborazioni fra Londra e gli States o quella che un tempo si definiva "gavetta" musicale, proseguita fino al 1985, quando finalmente firma il suo primo importante contratto con la A&M, a seguito del quale verrà alla luce il suo primo album "Union" registrato in Europa fra Londra e Parigi; con esso Toni ottiene un buon successo particolarmente in Australia e Nuova Zelanda dove tocca la vetta delle classifiche di vendita, superando complessivamente il 1/2 milione di copie. Dopo un'altra importante collaborazione per la colonna sonora del film "Los Angeles", nel '91 esce il suo secondo album "House of Hope" che segue da vicino il destino del primo: grandissimo successo in Australia e Nuova Zelanda, ma non in patria, il che ne condiziona inevitabilmente il volume di vendite.
Si giunge così a quello che viene considerato il suo capolavoro e che anch'io ritengo tale, quel "The Woman's Boat" che uscito nel 1994 ripercorre la strada dei predecessori, salvo un discreto miglioramento in patria che ne fa conseguentemente il campione di vendite per la nostra Toni, a torto, misconosciuta o quasi nel nostro paese, ma che mi pare giusto inserire col massimo onore nel nostro amato sito.
Ho le mie ragioni che vanno al di la delle collaborazioni d'assoluto prestigio che in esso compaio e cito: Peter Grabriel, ah questo si che lo conoscete! E poi c'è Robert Frip alla chitarra, sintetizzatore e composizione, ah sì anche questo è un musicista noto ed il loro apporto si sente eccome! La qualità ed anche novità musicale lo stanno a dimostrare: sono sotto le orecchie di tutti. Ma anche il contributo di Gabriel non è certamente da meno: il brano "Lay down Your Pain", voce a parte, sembra uscito da uno dei suoi migliori album!
"The Womans Boat" è un concept album discretamente autobiografico sulla navigazione femminile in questa vita come risulta chiaramente dal titolo, un percorso spesso fatto di grandi difficoltà come appare subito evidente fin dalla nascita "Womb" scandito dal pesantissimo battito del cuore della neonata, che farà tremare le pareti della vostra stanza della musica. "Nel Grembo" la bimba instaura un drammatico dialogo con la madre che sintetizzo con la domanda: "Madre ti ho chiesto io di venire al mondo? Cosa sono venuta a fare qui, soffrire?"
Ma la madre, come tutte le madri di questo mondo, cerca di cullare ed incoraggiare la figlia in "Welcome to the World" che appare senz'altro uno dei brani più felici introdotto dalla ninna nanna di Toni mirabilmente accompagnata dal sarangui, sorta di violino indiano che vi lascio immaginare chi mai abbia introdotto.....Dopo aver (forse) convinto la figlia che la vita è bella e vale la pena d'essere vissuta, c'è subito la presa di contatto con la realtà in: "Predator" con un intercalare classico alla Gabriel in cui però spicca la voce pienissima di Toni con un varianti da brivido, che vi penetrano come sopra descritto lasciandovi il fiatone per l'emozione e partecipazione! Esagero? Provare per credere!
Una volta chiarito quale può essere il ruolo femminile, di preda o se più romanticamente volete, di oggetto del desiderio è chiaro che vi dev'essere una positiva reazione di questa bambina, ormai diventata ragazza, in "I Just Want Affection" che s'apre con un angosciante assolo dello strumento strano di prima il sarangui, che più angosciante di così non potrebbe essere e sintetizza tutti i dubbi, incertezze e stati d'animo di una ragazza in cerca d'affetto, d'amore inevitabilmente necessari a far superare alla sua "boat" il mare in tempesta della Vita. Segue la scontata situazione: "I Met a Man", finalmente! Un brano in totale contrasto col resto dei brani: dolcissimo, una voce ammaliante e felice accompagnata dalla tabla e da voci soavi e convincenti, insomma la nostra eroina ha incontrato l'amore e il risultato quale può essere? Quello di "Wild Bride" ovvero di una sposa selvaggia, nel senso che mette subito ben in chiaro quale sia il suo roulo, le sue paure, ma anche le sue aspettative ovviamente descritte mirabilmente dalla voce di Toni, compositrice di tutte le liriche di questo lavoro.
Ed ecco dopo l'impegno che arriva il: "Sacrifice" che lascierei ad una donna meglio descrivere, ma che ad un uomo purtroppo spesso appare scontato.........e conseguentemente la virtuosa reazione in: "Lay down Your Pain" ovvero lascia da parte il dolore, perché occorre andare avanti! Ma questo nono brano lascia emergere la forza d'animo della protagonista, che finalmente comprende il ruolo avuto da chi l'ha portata al mondo, un mondo spesso affatto generoso col gentil sesso, il tutto scandito musicalmente dalla collaborazione Gabriel/Frip con prevalenti percussioni alla "US" e sintetizzatore alla Frip.
Gli ultimi due brani sono ancora molto intensi: dopo prove difficili la nostra giovane donna trova equilibrio ed affronta una lunga vita matura in "Long Time Coming" non priva di soddisfazioni e serenità come traspare dal pacato, vagamente gioiso e compiaciuto racconto della protagonista; mentre il finale non poteva poi che essere: "Death"...... La Morte per la Child è.....decisamente cupa e "conclusiva" perfettamente resa dalla musica di Frip, tanto che il sottoscritto non riesce quasi mai a trattenere lacrime (fitte) di commozione specialmente quando questa donna ormai alla fine del suo percorso chiede, ancora, metaforicamente a sua madre "Puoi sentirmi, puoi sentirmi adesso? Sei morta sola? Sei morta nella Paura........? Mamma puoi sentirmi? E' adesso che ho bisogno di te! Io che mi sono uccisa di sogni, spesso mai realizzati!". Il battito del suo cuore come all'inizio ed il sint di Fripp ci portano all'epilogo, con acuti di Toni strazianti a concludere che in fondo "E' bello essere qui, (nell'aldilà) mamma, però mamma puoi dirmi alla fine se sarò salvata? Se ho deciso io d'arrivare fin qui......." Stop perché parte un'altra salva di lacrime.....................Troppo pesante, troppo!
Un album difficilmente inquadrabile e che ho accostato alla World Music in omaggio a Peter Gabriel e allo stile da lui impresso. Spero vivamente, ci terrei molto, d'essere riuscito a trasmettervi le senzasioni che questo capolavoro assoluto è in grado di trasmettere. Capolavoro in quanto a novità, testi, musica, interpretazione e naturalmente resa del tema affrontato di certo non semplice. Uno degli album più belli della mia Discoteca!
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