Storia essenziale della musica elettronica

 

IV. Alla corte di re Moog

 

Nel 1934 Robert Moog fu, e la musica diventò eretica.

L'elettronica era, prima ancora di Switched-On Bach di Wendy Carlos, oggetto alieno dal comune intendimento: il leggendario theremin era un companatico debole, non sostanziale, appannaggio di un entourage di ricerca incapace di diffondere ecumenicamente il verbo elettronico. Nel 1963 il moog fu, per mano del suo creatore, e l'eresia divenne partitura nelle falangi di Wendy Carlos: Switched-On, nel 1971 erompe come fenomeno di massa grazie al sintetizzatore di Moog, senza fronzoli e senza identità "moderna". Ma l'arte di Moog non era destinata a cessare con un semplice pamphlet su Bach, foglio di stile colto ma esanime, senza vita propria: ecco che nel 1969 Malcom Cecil e Robert Margouleff, su suggerimento, opera e strumentazione di Robert Moog, danno vita al primo effettivo exemplum omogeneo di musica elettronica. 1969, e la TONTO's Expanding Head Band Orchestra vede la luce.

L'intenzione è quella di riprodurre in tutta la sua smagliante eterogeneità il moog-sound, proporre al soglio internazionale l'innovazione timbrica introdotta in musica dall'elemento artificioso, varare la prima produzione elettronica interamente originale nella forma e nel contenuto. Laddove non era arrivata Wendy giungono Cecil e Margouleff: attraverso Zero Time del 1971, viene inaugurata la stagione della musica elettronica moderna. Il disco, ormai celebre rarità per i collezionisti d'epoca, esce in sordina, destinato a rimanere per ragioni pubblicitarie celato allo scenario mondiale: suo malgrado si porrà come modello imprescindibile, inconscio o meno, per le scuole progressive inglese e italiana, per il Kraut-Rock elettronico dei Kraftwerk e dei Neu!, per tutta l'era glitch minimale dei '90 nelle mani di artisti del calibro di Autechre, Aphex Twin, Mu-ziq. Zero Time è un piccolo gioiellino di glitch primordiale, un esempio mirabile di elettronica prima dell'elettronica, un decoupage dei '70 che restaurato al pari di una pellicola di Lang, suonerebbe come un disco dei '90 o dei giorni nostri.

L'opera si apre con "Cybernaut", che rimanda subito a Oxygene di Jarre, ancor prima che a "Planetarium" di un recente Squarepusher; "Jetsex" parrebbe aprire uno squarcio sull'intera anamnesi dei Throbbing Gristle, mentre "Timewhys", più euforica, ha un sentore funky-cosmic che metterebbe d'accordo Four Tet e Schulze. Ecco allora che dopo il collage sperimentale di "Aurora", giusto al termine della prima metà ideale del lavoro, erompe nel suo ovattato raga il lungo viaggio pischedelico di "Riversong", ove sfilano in teoria indiana i Popol Vuh di Hosianna Mantra, gli Enigma di "The Principles of Lust" e un giovane Franco Battiato lungimirante nel citarne un estratto in "Goûtez et comparez" di M. elle le Gladiator. "Tama", dall'aspetto corrucciato, conclude l'opera.

Il lavoro certosino di Cecil e Margouleff avrà l'occasione di mettersi in mostra ancora una volta col più sperimentale "It's About Time", opera in cui attraverso altri piccoli bagliori come "Ferryboat", tra i flauti di Pan di Cretu e Steve Roach, "Freeflight", tra la nevrosi degli Orb e Georg Deuter, viene ribadito il valore assoluto della nuova musica elettronica. E' la TONTO's Expanding Head Band Orchestra la coscienza musicale della grande maggioranza degli autori di musica elettroacustica passata e odierna, la cambiale di scadenza da addebitare alla memoria quando essa ripercorre i suoi imprescindibili prodromi. Dopo "It's About Time" i due si sarebbero rivolti ad una onesta carriera di comprimari, comparendo anche accanto ad un giovane Stevie Wonder. Oggi la The Original New Timbral Orchestra vive del suo sconosciuto passato, di un successo postumo in vita maturato nei lavori elettronici che indirettamente da essa hanno tratto linfa.

A distanza di più di dieci anni dalla raccolta comprendente i due dischi di Cecil e Margouleff, "Tonto Rides Again" sembra volerci dire che il mito vive ancora, che un giorno il fumo del Narghilè di Riversong tornerà ad inebriare la coscienza, perché TONTO's, nel dramma elegiaco di un'apocalittica Aurora, incessante, corre ancora.

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